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CRESCERE INSIEME NELLO SPIRITO
La Luce dell'Anima - Lettera n. 9
SOMMARIO:
IL SERVIZIO"Quando cesserai
di voler riempire la tua coppa di felicità ed inizierai a riempire quella degli
altri, scoprirai con meraviglia, che la tua sarà sempre piena". Com'è
l'amore vero?
(1)
Per darvi una spiegazione
devo prima spendere qualche parola su come noi intendiamo l'amore. L'amore non
consiste nel scegliere o preferire una persona piuttosto che un'altra. E'
infatti un errore generale chiamare "amore" quel qualcosa che ci
spinge ad avvicinarci ad una determinata persona; questo non è amore ma un
desiderio di pace, sicurezza, armonia. Andiamo infatti ricercando nell'altro, le
qualità che ci permettano di abbassare le nostre difese per godere di un
periodo senza timori e di pace emotiva. Questo, nel migliore dei casi, potrà
anche essere un affetto profondo, ma non certamente amore! Pertanto, in generale,
sono le idee personali, costituite da pregiudizi e preconcetti a creare la maggiore motivazione dei nostri
comportamenti, mentre proprio l'amore, l'amore vero, dovrebbe essere il
"motore" che sta alla base di tutto il nostro operato. L'amore vero, quello che
porta con sé le qualità che provengono dal cuore, è un'altra cosa. Sono solo
queste qualità che ci pongono al di sopra di ogni discriminazione religiosa,
politica o razziale; ci rendono capaci di evitare pregiudizi e preconcetti; ci
aiutano a non fare mai delle preferenze e donare ad ognuno, ciò di cui ha
veramente bisogno. Questo è il vero amore!
Non basta sentirsi bene con qualcuno per amarlo: bisogna essere totalmente
disponibile per lui quando ne avrà bisogno; questo è l'amore vero! Ma siccome
esistono parecchie realtà, ciascuno di voi è libero di calarsi in quella che
più gli si addice. Io descriverò come noi vediamo la "realtà
dell'amore" a beneficio di coloro che desiderano approfondire questo
argomento. Per noi l'amore è uno
stato di apertura: il nostro amore è un sentimento uguale per tutti, senza alcuna
distinzione. Discepoli, iniziati e profani, troveranno sempre presso di noi
cibo, acqua, conforto e quell'entusiasmo vitale necessario per poter dare un
profondo significato alla vita. Dare
e ricevere
(2)
Nell'uomo troviamo
l'individualità e la personalità. L'individualità è la parte spirituale e la
personalità (da latino persona, ovvero maschera), è la parte transitoria con
cui lo spirito si riveste per poter nascere sul nostro pianeta ed intraprendere
una nuova vita. L'individualità, può
essere paragonata al Sole (che è stabile al centro del sistema solare e
possiede luce propria) e la personalità alla Luna (che non ha luce propria e
cambia continuamente passando per fasi differenti). L'individualità, come il
Sole, vuole risplendere, illuminare, aiutare e sostenere. Come il Sole, essa
dona la sua luce a tutti e non chiede nulla a nessuno. E' disposta al sacrifico
ed alla rinuncia, non trattiene le sue ricchezze e non si irrita se qualcuno le
viene a prendere. La personalità, invece,
bada solo a se stessa, desidera solo ciò che può farle piacere e agisce
soltanto per interesse. Pensa soltanto a prendere e conservare ciò che ha
guadagnato. Come la Luna, che nel cielo diffonde una luce che non è sua, se la
personalità è generosa lo è per interesse o perché quello che dona non le
appartiene. E, siccome queste due
nature completamente differenti sono insieme nello stesso corpo, l'uomo è
continuamente sollecitato ad andare in una direzione o nell'altra. L'essenziale,
per voi, è decidere da che parte andare... L'amore
ci rende completamente disponibili
(1)
L'amore è la virtù che
ci rende completamente disponibili non soltanto verso gli altri ma anche verso
noi stessi; una disponibilità amorevole nel rinnovarci e nel cogliere tutte le
occasioni valide per verificare il nostro comportamento e, se necessario,
trasformarlo. Dobbiamo essere malleabili ma non troppo facilmente influenzabili,
non ci deve infatti mancare la flessibilità necessaria affinché il Maestro ci
possa "modellare", accentuando così le nostre migliori qualità
potenziali. Non
possiamo conoscere Dio...
(1)
Una meditazione non potrà
mai permettere all'uomo di ritrovare la sua natura divina e, senza questa
esperienza, è impossibile conoscere Dio. L'unica forma di esistenza spirituale
che ci è dato di conoscere è l'esistenza della Gerarchia, per ciò che
concerne Dio ci deve bastare la fede! Il bisogno di conoscere a tutti i costi
sul piano intellettivo e razionale, ci fa spendere delle energie che potrebbero
essere dirette in qualche proficuo lavoro. Soltanto il lavoro, fatto
nell'intento di aiutare la Gerarchia, creerà le condizioni che ci collegano ad
Essa. E proprio questo lavoro, nel tempo, ci permetterà anche di incontrarci
con Dio. Molti
discepoli vorrebbero il completo supporto di Dio (1)
Molti individui,
farebbero volentieri qualcosa a favore degli altri, se Dio mostrasse loro la
strada da seguire, li aiutasse a compiere il loro lavoro ed a superare le
eventuali difficoltà. Davvero molti sarebbero pronti a lavorare in questo
modo; un modo comodo in quanto tutto dipenderebbe da Dio, la pianificazione
delle cose che devono essere fatte, l'aiuto per farle ed ancor più la sicurezza
che Lui, nell'eventualità, sarà pronto a risolvere i loro problemi. L'aspirante, deve invece
comprendere molto bene, che ognuno deve prendersi le sue responsabilità e
maturare quella solidità di pensiero e perseveranza d'azione, che possono
dimostrare la qualità dei nostri sentimenti quando ci troveremo a
fronteggiare la vita, gli uomini o lo stesso Dio. Dio, volendo, potrebbe
benissimo prendere per mano l'aspirante e guidarlo nel suo lavoro, però, al
primo ostacolo, questi sarebbe pronto a ritirarsi. E, se Dio eliminasse anche
questo ostacolo, e tutti quelli che potessero sorgere in futuro, l'aspirante non
potrebbe trarre alcun giovamento del suo operato, in quanto non avrebbe agito di
prima persona bensì come un burattino gestito dal burattinaio. Prima
di servire l'umanità dobbiamo "servire" noi stessi (3)
Il desiderio di ogni
aspirante è certamente quello di poter essere utile, e dunque
"servire" l'umanità intera. Sta di fatto che, prima di poter essere
capaci di fare qualcosa per l'umanità, dobbiamo essere in grado di
"gestire" al meglio quella porzione di umanità che è sotto la nostra
diretta responsabilità: NOI STESSI. Un individuo, che lavori
coscientemente al proprio autosviluppo e che "prenda in mano" la
propria vita sta già servendo l'umanità: elevando la sua coscienza dai miasmi
del piano astrale fino a raggiungere il piano mentale, egli eleva comunque
l'umanità, essendone un rappresentante. Per indicare la strada ad
altri, occorre conoscerla molto bene. E' per questo che solo chi ha già
percorso un certo tratto del Sentiero può indicare la via a coloro che seguono,
così come egli segue la traccia già segnata da coloro che lo hanno preceduto. Inoltre, ciascuno di noi
ha la diretta responsabilità di tutta la materia che compone i suoi vari
veicoli (corpo fisico, eterico, ecc.). L'evoluzione delle "piccole
vite", che animano gli atomi e le cellule dei nostri veicoli, è infatti
affidata al "modo" in cui noi ce ne serviamo: praticando o meno gli
"insegnamenti spirituali". Se siamo costanti nel portarli nella nostra
vita non solo eleviamo la nostra coscienza ma imponiamo ai nostri veicoli una
"accelerazione vibratoria" che li renderà sempre più adatti e
responsabili all'afflusso di nuove e più elevate energie. Questa accelerazione,
alla fine di un lungo ciclo di vite vissute sulla terra, consentirà la
"liberazione dell'energia" rinchiusa nella materia dei nostri veicoli:
fenomeno che nei testi di esoterismo viene definito come "redenzione della
materia". Dunque ciascuno di noi è
in realtà il "motore" di un piccolo universo, apparentemente isolato
dal resto della manifestazione, la cui espressione ed evoluzione dipendono
esclusivamente dalla nostra capacità di identificarci responsabilmente, sempre
di più, con l'aspetto divino che è in noi. Dedicandosi al proprio
autosviluppo, ogni individuo ottempera ai doveri cui è chiamato e che, volendo,
può gestire fino in fondo. Crescendo e conoscendo sempre di più, potrà
allargare il campo delle sue esperienze e sarà posto di fronte a responsabilità
(o occasioni di "servizio") sempre maggiori. Come
realizzare i progetti per il bene (1)
Bisogna soltanto decidere
di servire la Gerarchia; questo farà in modo che l'ambiente esterno si adatti
affinché l'aspirante possa conseguire ciò che si è ripromesso di fare. Così
facendo tutto diventa possibile, anche ciò che normalmente non rientra nella
vostra immaginazione! Com'è possibile che ciò avvenga? Può avvenire perché
il chakra del cuore è il luogo in cui si entra in contatto con i Maestri e
l'epicentro delle energie relative alla natura umana. Lo spirito dell'uomo, la
sua volontà ed il suo amore, focalizzandosi su questo chakra, lo inducono ad
irradiare, attraverso l'aura individuale, le buone intenzioni che lo animano.
Queste buone intenzioni, irradiandosi all'esterno, creeranno i presupposti
affinché vengano ad attuarsi anche le soluzioni umanamente più impensabili. Tutti gli individui che
desiderano creare qualcosa o migliorarne un'altra, non importa se questa
coinvolge una certa quantità di persone, un Gruppo, una Chiesa, oppure una
Nazione o un singolo uomo politico, è necessario che conoscano il fatto che
quando ci focalizziamo sul chakra del cuore e lo "nutriamo" con le
nostre buone intenzioni, la realizzazione del nostro progetto inizierà ad aver
luogo. Questo può accadere,
perché durante il sonno i nostri veicoli sottili (corpo eterico, astrale,
ecc.), si liberano momentaneamente del corpo fisico e possono così viaggiare
nel mondo astrale dove c'è la possibilità di incontrare altri individui con le
nostre stesse motivazioni e preparare così le condizioni per un incontro sul
piano fisico. Perciò, mentre il nostro corpo fisico giace addormentato, sarà
un raggio del nostro chakra del cuore, che si prenderà l'incarico di trovare la
persona più adatta a lavorare con noi e per voi. La nostra aurea e quella
dell'altra persona, dopo aver permesso una comunicazione sul piano astrale,
prepareranno la strada affinché ci si possa incontrare fisicamente. Così
succede che a volte si dica: "Ho l'impressione di aver già conosciuto
questa persona". A volte le due aure stanno in comunione tra loro per
parecchio tempo ed insieme elaborano il loro piano di lavoro. Questa è la
ragione per cui due persone possono trovarsi subito in perfetta sintonia; le
loro energie le hanno attirate una all'altra ed esse, insieme, si sentono in
armonia. Sarebbe assai utile che
questo fenomeno fosse più conosciuto ed utilizzato perché, qualora sfruttato a
fin di bene, potrebbe risolvere molti problemi dell'attuale umanità. Va notato
che molti di questi problemi nascono perché la società odierna è gestita da
uomini che, pur non conoscendo queste cose, le utilizza molto bene a livello
inconscio. Gli aspiranti, che
dovrebbero sfruttare al meglio queste conoscenze, perdono spesso il loro tempo
chiedendosi se saranno in grado di fare questo o quello, oppure discutendo sul
fatto che Dio esista oppure no! Discutere su tale argomento è certo un modo
molto valido per perdere tempo prezioso e sprecare energie; al posto di vane
parole si dovrebbe coltivare la certezza che il potere della Luce indirizzata
verso il bene è superiore ad ogni altra cosa. Purtroppo, invece,
proprio quando un aspirante dovrebbe concentrare la potenza del suo cuore per
permettere alla Luce di manifestarsi in opere di bene, ecco che diventa
dubbioso, la sua scarsa fede si spegne del tutto e le sue buone intenzioni
svaniscono come nebbia al sole. Come
possiamo aiutare i Maestri? (4)
In primo luogo, insegnare
la legge di evoluzione ed il fatto che esistono grandi Anime (i Maestri, n.d.r.)
interamente dedicate al servizio del loro prossimo. La gente si dovrebbe
abituare ai loro nomi e attributi, alla loro opera e al loro proposito. Si deve
anche spiegare come Essi lavorino per la salvezza del mondo. In secondo luogo,
discepoli e aspiranti devono vivere armoniosamente sotto ogni aspetto ed amare.
Le vibrazioni violente dei nostri ambienti devono essere smorzate con una forte
contro-vibrazione d'amore, ricordando sempre che, quando operiamo in sintonia
con l'evoluzione, è con noi il potere della divinità stessa, disponibile per
essere usato. Nulla può resistere alla
pressione costante dell'amore e dell'armonia, quando sono applicati abbastanza a
lungo. Non è lo sforzo spasmodico che conta. E' la pressione sostenuta a lungo,
con costanza e perseveranza, che alla fine infrange l'opposizione e le mura
della separatività. In terzo luogo, le
organizzazioni esoteriche devono appoggiare tutto ciò che tende all'unità.
Tutti i tipi di lavoro, tutti gli sforzi esterni delle numerose organizzazioni,
devono incontrare cooperazione e assistenza amorevoli. Noi stiamo in un mondo di
sforzo come punti focali d'amore. Il nostro obiettivo,
dovrebbe essere quello di aiutare i Maestri e dar loro l'assistenza
intelligente, affinché possano realizzare i loro piani per l'umanità. Essi
hanno deciso di operare, per nostro tramite, all'elevazione del mondo, e sarà
solo un intensificato sforzo spirituale che potrà arrestare l'ondata di male ed
allontanare le difficoltà che stanno in agguato nell'oscurità del caos
attuale. Questo sforzo intensificato dovrà avvenire tramite i Gruppi esoterici. L'organismo vivente di
aspiranti e discepoli può fornire un centro di pace, di potere e d'amore, di
aiuto pratico e di elevazione spirituale quale il mondo non ha mai visto. Questa
è la speranza. Abbiatene cura voi. Altri
modi per aiutare i Maestri (5)
Il fatto della Gerarchia
e l'opera svolta dai Maestri mediante i loro discepoli devono essere indicati
all'attenzione pubblica. Ovunque, discepoli
presenteranno sempre meglio il piano gerarchico di fratellanza, di vita
spirituale e inclusiva, non ripetendo di continuo (come fanno gli stolti):
"Il Maestro mi ha scelto" o "il Maestro mi guida" o "io
rappresento la Gerarchia", ma con una vita di servizio, per mostrare che i
Maestri esistono e sono conosciuti da molti dovunque; che il piano è di
sviluppo evolutivo o di progresso e conduce verso una meta spirituale
intelligente; che l'umanità non è sola, che la Gerarchia vigila e che il
Cristo è con il Suo popolo. Mostrare inoltre che nel
mondo esistono molti discepoli sconosciuti perché lavorano nel silenzio, che il
nuovo gruppo di Servitori del mondo esiste; che uomini di buona volontà sono
presenti ovunque; che i Maestri non s'interessano delle personalità, ma che
impiegano uomini e donne di ogni atteggiamento, fede e nazionalità purché
motivati dall'amore, intelligenti, di mente addestrata, magnetici e radianti,
capaci di attirare altre persone alla verità e alla bontà, e non a loro stessi
come presunti maestri. Far conoscere che i
Maestri, non si curano di fare proseliti e si impegnano unicamente ad alleviare
le sofferenze, a promuovere l'evoluzione dell'umanità e ad indicare le mete
spirituali. Non cercano premi per il loro lavoro ne elogi dai contemporanei, ma
solo l'accrescimento della luce nel mondo e lo sviluppo della coscienza umana. La
benedizione (6)
La benedizione, può
essere considerata come una proiezione o trasferimento di energia la cui
intensità e potenza sono in relazione al nostro sviluppo spirituale che ci
permette di essere centri di irradiaione. Con la benedizione noi creiamo una
forma pensiero intensa e vibrante che vale come atto di servizio. Poiché la benedizione
crea armonia, dedichiamo costantemente alcuni minuti al giorno nel benedire
l'aria che respiriamo, l'acqua che beviamo, il cibo che ci dà forza e salute
per mantenerci al servizio nel posto che il destino ci ha messi e nelle funzioni
in cui il Piano Divino ci ha inseriti. L'energia spirituale
irradiata con la benedizione opera la trasformazione della materia che, dopo
aver perduto le sue qualità di massa, di gravità, purificata, rigenerata e
redenta diventa atta a risalire allo Spirito. Benediciamo tutte le
persone con le quali veniamo in contatto per ragioni di convivenza, di lavoro,
di rapporti sociali. Benediciamo quelli che non la pensano come noi: sono coloro
che ci consentono di apprendere come superare un’opposizione o un parere
contrario. Benediciamo le creature annebbiate dall'ignoranza, avvinte dai loro
desideri e perciò soggette a sofferenze fisiche e morali. Benediciamo quanti a
noi si rivolgono per aiuto, ma che non sempre possiamo materialmente soddisfare
in tutto o in parte. Benediciamo gli infermi, irradiando su di loro energie
risananti e purificanti. Ricordiamoci che nel
mondo eterico vi è una schiera di aiutatori invisibili, piccole creature pronte
a servirci, occorre soltanto saperle invocare con la nostra amorevole richiesta
e guidarle verso l'obiettivo col nostro raggio di luce, come un radar. Benediciamo il denaro
prima di spenderlo. Il denaro apparentemente è una materia inerte, ma in
effetti esso è energia concentrata e cristallizzata. Dal punto di vista
esoterico esso è un aspetto statico della divina energia che, in certo modo, può
essere considerata come I'immanenza della Vita divina. I desideri, le bassezze,
le passioni, di cui il denaro è spesso strumento, hanno fatto sì che ad esso
siano attaccate forme pensiero poco raccomandabili. Noi possiamo neutralizzare
le loro influenze negative benedicendo il denaro, imprimendo il nostro pensiero
direttivo affinché sia usato per fini generosi e umanitari, per scopi leciti. Potremmo usare questa
benedizione: "Benedico questo
denaro, esso è simbolo di sostanza, di energia divina. Lo purifico e lo redimo
da ogni influsso impuro, da ogni attaccamento, da ogni avidità, da ogni colpa.
Lo apprezzo e lo conservo come dono di Dio, per usarlo solo per scopi buoni,
giusti e opportuni. Nel darlo, ancora lo benedico e ringrazio". Nella pratica della
benedizione noi operiamo nello Spirito della Carità e della Fratellanza che non
conosce barriere di razza, di religione, di casta e di colore; e se alla
benedizione potessimo aggiungere, nella forma anonima, anche un tangibile aiuto,
ci saremmo avvicinati alla pratica attuazione della spiritualità, alla
esteriorizzazione del Divino in noi dimorante. Autoesame
Facciamo ora un piccolo
esame per vedere quanto siamo disposti al sacrificio e pronti ad un servizio
disinteressato ai nostri simili: Siamo disposti
ad eliminare la consuetudine di mangiare i cibi derivati dall'uccisione degli
animali, nostri fratelli minori? Siamo disposti a
cessare l'uso dell'alcool e del fumo che ci pregiudicano ogni possibilità di
avanzamento spirituale, intossicandoci il corpo fisico ed i veicoli superiori? Quando aiutiamo
qualcuno, pensiamo a come ci sarà riconoscente? O lo facciamo per sentirci
utili o importanti? Quante volte
usiamo la particella "Io", parlando di cose belle accadute a seguito
di un nostro intervento? Ci
rendiamo conto che noi non siamo che semplici strumenti e che il merito spetta
sempre a Dio? Offriamo il
nostro servizio nell'ambito della famiglia o facciamo come coloro che vanno in
giro a curare i figli degli altri quando farebbero molto meglio ad iniziare dai
loro? Pensiamo forse che per dare servizio bisogna essere pronti, avere la cultura necessaria, l'ambiente adatto o un titolo di studio; ed utilizziamo tale pensiero come alibi per non fare assolutamente nulla nella vigna del Signore? 1) Ghislaine
Gualdi, Maestro e Discepolo, (Quaderno
n. 16). 2) Riassunto da La
Chiave essenziale, 3) Fabio Gatti,
parte dell'articolo La Telepatia verticale, 4) Alice Bailey,
L'esteriorizzazione della Gerarchia, 5) Alice Bailey,
Il discepolato della Nuova Era, vol. I, 6) Giuseppe
Filipponio, Il Loto Bianco, pag. 88, |