La Luce oltre la soglia
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6° Sezione


CONSIDERAZIONI SULLA RELAZIONE

TRA NOI E I NOSTRI DEFUNTI


Queste informazioni sulla vita dopo la morte ci vengono dalle opere di Rudolf Steiner e dalla divulgazione da lui fatta dell'Antroposofia: quella via della conoscenza che vorrebbe aiutare la parte spirituale che è nell'uomo ad avvicinarsi allo spirituale che è presente in tutto l'Universo.

Sommario

Come si vive nell'aldilà? up.jpg

L'uomo che vive nei mondi spirituali il periodo tra la morte e una nuova nascita, rivolge la propria nostalgia al nostro mondo fisico, all'incirca nel modo in cui noi rivolgiamo la nostra nostalgia al mondo spirituale.

L'anima non è priva di coscienza, anzi sperimenta in sé una coscienza accresciuta. Giunge poi il tempo in cui l'essere attraversa la mezzanotte cosmica dell'esistenza spirituale tra morte e nuova nascita.

Si passa al tempo della nostalgia, che sulla terra è un rimpianto mentre di là è un sentimento attivo, è una forza animica che fa predisporre il pareggio, per tutto ciò che è stato lasciato incompiuto, in una nuova vita.

Si scopre che vi sono anime verso le quali si è debitori o creditori e si desidera rivivere una vita terrena con quelle persone. L'anima si crea così l'archetipo spirituale della nuova vita terrena, individua il come e il dove incarnarsi e con quali genitori.

Quindi la nostra vita attuale ha acquisito le sue forze tra l'ultima morte e la nuova nascita. Ci siamo preparati da noi stessi quel che sperimentiamo nella nostra esistenza terrena.

L'anima non ritorna sulla terra se non quando si è modificato l'ambiente in cui può giungere; questo perchè deve poter sperimentare del nuovo in una nuova vita.

Ci sono due momenti nella giornata... up.jpg

Ci sono due momenti in ogni nostra giornata che possiamo utilizzare per contattare i defunti: sono il momento in cui ci addormentiamo e il momento in cui ci risvegliamo. Questi due attimi hanno un'importanza straordinaria: il primo è il tempo adatto a porre domande; il secondo è il più propizio per ricevere risposte. E' necessario concentrarsi, avere un atteggiamento ricettivo, e staccarsi dalle attività. L'addormentarsi e lo svegliarsi durano solo un attimo, ma se si acquista sensibilità per questi due momenti avremo le migliori notizie dal mondo spirituale.

Se vogliamo chiedere qualcosa ad un'anima defunta dobbiamo mantenere viva la domanda sino al momento in cui ci addormentiamo. Non deve essere un lungo discorso.

Al momento del risveglio invece, bisogna essere ricettivi per quello che il defunto ha da comunicarci. Il momento del risveglio è il più favorevole alla ricezione dei numerosi messaggi dai defunti, anche se non ne siamo coscienti.

Noi parliamo continuamente coi morti nella parte inconscia della nostra anima. Se nel momento di addormentandoci diremo loro quanto scaturisce dal profondo del nostro cuore, o porremo delle domande, al risveglio saranno loro a parlare con noi, ed eventualmente rispondere alle nostre domande.

E' importante mantenere un rapporto di affettuoso e cordiale interesse, un atteggiamento amorevole e una profonda partecipazione. Dovremmo ricordare dei momenti in cui siamo stati profondamente congiunti con la persona deceduta, dei momenti in cui ci si è particolarmente interessati a lei, e poi offrirle questo ricordo come se si volesse dirle qualcosa.

Solitamente la coscienza normale si addormenta subito, ma spesso quanto è trascorso durante il giorno permane nei sogni. Quando sognamo delle persone defunte diamo spesso delle interpretazioni errate, pensando che esse ci comunichino qualcosa con i sogni. Dovremmo piuttosto riconoscere che nei sogni traspare qualcosa che proviene della nostra anima e va verso i morti: sono delle nostre proiezioni.

Al nostro risveglio siamo accostati da molti defunti. Gli impegni quotisdiani premono, e il momento del risveglio passa veloce, senza che noi prestiamo attenzione a ciò che emerge dalla nostra anima, e quel poco che recepiamo lo attribuiamo a noi stessi. Invece, ciò che sentiamo emergere dal nostro prfondo, è proprio ciò che i nostri cari scomparsi hanno da comunicarci.

In molte cose che noi facciamo dovremmo riconoscere. che i defunti agiscono in noi. Loro parlano alla nostra interiorità, ma la nostra interiorità noi la interpretiamo in modo errato.

I morti sono sempre intorno a noi up.jpg

I defunti sono intorno a noi e partecipano alla nostra vita. Anche i nostri pensieri, desideri, intuizioni sono da loro influenzati. Dobbiamo esserne coscienti.

Essi, infatti, si muovono e vivono intorno a noi! Come durante il nostro sonno non percepiamo gli oggetti fisici che ci stanno accanto, così durante la nostra vita da svegli non percepiamo i morti intorno a noi. Ci separa da loro soltanto lo stato della nostra coscienza.

Il dialogare con i morti è un'attività molto concreta e nessun espediente può sostituire gli sforzi umani di trasformare il dolore in gratitudine. Gratitudine per tutto ciò che si è ricevuto e si è condiviso nella vita.

Bisogna sapere che una parte costitutiva di noi è eterna e che in quanto essere spirituale io posso mettermi in relazione con altri esseri spirituali. Noi abbiamo bisogno dei nostri cari defunti come loro hanno bisogno di noi, perché la conoscenza del mondo spirituale è possibile solo sulla terra. Con i nostri morti c'è una relazione karmica: non solo con i consanguinei, ma con tutte le persone che la vita ci ha fatto incontrare.

Nel periodo tra la morte e una nuova nascita, il defunto che vive nei mondi spirituali può scambiare informazioni solo con le anime nel suo mondo e quelle di quelle persone (ancora viventi sulla terra) con le quali abbia già avuto una relazione terrena nell'ultima vita o in quelle precedenti. Tutte le altre anime gli passano accanto senza che egli le possa scorgere. Questo ci insegna che i rapporti si possono solo stabilire mentre si è ancora in vita, e poi continuano nel periodo tra la morte fisica e la nuova nascita.

Come e quando i defunti ci possono raggiugere up.jpg

I nostri cari defunti ci "raggiungono" con più facilità, se qui sulla terra possono trovare pensieri, sentimenti e sensazioni, rivolti a loro. L'amore, la simpatia costante che conserviamo verso i defunti stabiliscono questo collegamento.

I defunti si chiamano con un moto di affetto. E' questo che crea il contatto. E' questo che loro sentono. Bisogna ricordarli in situazioni che abbiamo vissuto insieme, anche le più semplici, non importa se recenti o remote (ad esempio mentre parlava o si lavorava insieme). In altre parole si dovrebbero immaginare delle scene reali.

Quando una o più persone defunte ci vengono improvvisamente in mente, mentre stiamo svolgendo le nostre attività consuete, dobbiamo arguire che sono loro che stanno chiedendo la nostra attenzione. A quel punto è doveroso per noi dedicare loro qualche minuto del nostro tempo, così come faremmo per un appuntamento telefonico: qualche minuto speso per uno "scambio" di idee. Si tratta infatti di uno scambio e non di un discorso unilaterale: uno scambio che risulterà benefico per entrambi.

Questo tipo di attività dovrebbe essere ordinata e programmata con metodo ed esercizio. Essere fedeli e puntuali indica correttezza da parte nostra nei loro confronti, anche se ciò può comportare qualche piccolo sacrificio. Noi abbiamo bisogno di loro quanto loro di noi.

Il purgatorio up.jpg

Subito dopo la morte, si apre davanti all'anima del defunto un ampio quadro mnemonico, una spece di film, in cui il defunto vede e sperimenta tutto quanto ha vissuto dalla nascita alla morte fisica, questo comprende anche tutti gli avvenimenti che erano stati dimenticati. Questa esperienza dura pochi giorni.

Dopo che il quadro mnemonico è sbiadito, si rafforza nell'anima qualcosa che sta a metà strada tra il sentire e il volere. Il defunto guarda indietro per vedere quegli episodi della sua vita trascorsa in cui non è stato soddisfatto da ciò che ha detto o fatto, e questo esame dura diversi anni. Guarda alla sua esistenza terrena e vi scorge tristemente tutto ciò che vi è rimasto incompiuto.

Va notato che chi si trova in questa fase può essere aiutato da qualcuno ancora in vita sulla terra.

I defunti vanno ogni notte presso i loro consanguinei e amici e cercano di ristorarsi, di nutrirsi di pensieri e di idee che questi hanno durante il sonno.

Se prima di addormentarci non formuliamo almeno un solo pensiero per i mondi spirituali, non offriamo alcun nutrimento ai nostri cari.

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ATTIVITÀ UTILI AI DEFUNTI up.jpg

La lettura di testi di spiritualità up.jpg

Noi possiamo trasmettere ai defunti delle conoscenze spirituali, che rappresentano la medicina della loro anima, perché esse operano nel profondo della coscienza. Sarebbe perciò utile leggere per loro dei testi di elevato contenuto spirituale, ad esempio i Vangeli e soprattutto quello di Giovanni oppure altri testi di spiritualità scritti da autori che hanno avuto accesso ai mondi superiori, come le conferenze di R. Steiner.

Questo tipo di lettura può essere fatta in ogni momento, non c'è un'ora più propizia. Si deve soltanto concentrarsi su ciò si legge andando a cogliere la profondità del messaggio. Si devono valutare i concetti parola per parola, come se dovessero essere recitati interiormente. Non serve leggere ad alta voce, se leggiamo mentalmente, allora i morti "leggeranno" con noi.

Letture varie up.jpg

  • La preghiera del Requiem
  • Lettura e meditazione del Prologo del Vangelo di Giovanni, Cap 1:1-18.
  • Capitolo 11 del Vangelo di Giovanni.
  • Il Cantico delle creature, di San Francesco d'Assisi.
  • Studio delle conferenze di R.Steiner dedicate ai defunti.
  • Meditazione sui passi della scrittura inerenti i defunti e anche:
    • visita alla tomba nel cimitero,
    • suffragio (Messe, elemosine, opere di misericordia),
    • consultazione.
  • Le conferenze di Rudolf Steiner: 10 febbraio 1918 Opera Omnia - 8 aprile 1914 - 5 febbraio 1918 - 10 ottobre 1913.
  • Volume di Rudolf Steiner: La scienza occulta, capitolo 3: Sonno e morte.
  • Per una raccolta completa di preghiere clicca su Preghiere per i defunti.

"Requiem aeternam" up.jpg

Requiem aeternam dona eis, Domine; et lux perpetua luceat eis. Requiescant in pace.
Amen.

"Requiem aeternam" in italiano up.jpg

L'eterno riposo dona a loro Signore, splenda ad essi la luce perpetua, riposino in pace.
Amen.

Vangelo secondo Giovanni (Prologo). up.jpg

   1 In principio era il Verbo,
    il Verbo era presso Dio
    e il Verbo era Dio.
 2 Egli era in principio presso Dio:
 3 tutto è stato fatto per mezzo di lui,
    e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
 4 In lui era la vita
    e la vita era la luce degli uomini;
 5 la luce splende nelle tenebre,
    ma le tenebre non l'hanno accolta.
 6 Venne un uomo mandato da Dio
    e il suo nome era Giovanni.
 7 Egli venne come testimone
    per rendere testimonianza alla luce,
    perché tutti credessero per mezzo di lui.
 8 Egli non era la luce,
    ma doveva render testimonianza alla luce.
 9 Veniva nel mondo
    la luce vera,
    quella che illumina ogni uomo.
10 Egli era nel mondo,
    e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
    eppure il mondo non lo riconobbe.
11 Venne fra la sua gente,
    ma i suoi non l'hanno accolto.
12 A quanti però l'hanno accolto,
    ha dato potere di diventare figli di Dio:
    a quelli che credono nel suo nome,
13 i quali non da sangue,
    né da volere di carne,
    né da volere di uomo,
    ma da Dio sono stati generati.
14 E il Verbo si fece carne
    e venne ad abitare in mezzo a noi;
    e noi vedemmo la sua gloria,
    gloria come di unigenito dal Padre,
    pieno di grazia e di verità.
15 Giovanni gli rende testimonianza
    e grida: "Ecco l'uomo di cui io dissi:
    Colui che viene dopo di me
    mi è passato avanti,
    perché era prima di me".
16 Dalla sua pienezza
    noi tutti abbiamo ricevuto
    e grazia su grazia.
17 Perché la legge fu data per mezzo di Mosè,
    la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
18 Dio nessuno l'ha mai visto:
    proprio il Figlio unigenito,
    che è nel seno del Padre,
    lui lo ha rivelato.

Vangelo secondo Giovanni (Capitolo 11). up.jpg

1Era allora malato un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella. 2Maria era quella che aveva cosparso di olio profumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 3Le sorelle mandarono dunque a dirgli: "Signore, ecco, il tuo amico è malato".

4All'udire questo, Gesù disse: "Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato". 5Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. 6Quand'ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi, disse ai discepoli: "Andiamo di nuovo in Giudea!". 8I discepoli gli dissero: "Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?". 9Gesù rispose: "Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 10ma se invece uno cammina di notte, inciampa, perché gli manca la luce". 11Così parlò e poi soggiunse loro: "Il nostro amico Lazzaro s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo". 12Gli dissero allora i discepoli: "Signore, se s'è addormentato, guarirà". 13Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno. 14Allora Gesù disse loro apertamente: "Lazzaro è morto 15e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da lui!". 16Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: "Andiamo anche noi a morire con lui!".

17Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era già da quattro giorni nel sepolcro. 18Betània distava da Gerusalemme meno di due miglia 19e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello.

20Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà". 23Gesù le disse: "Tuo fratello risusciterà". 24Gli rispose Marta: "So che risusciterà nell'ultimo giorno". 25Gesù le disse: "Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?". 27Gli rispose: "Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo".

28Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: "Il Maestro è qui e ti chiama". 29Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui. 30Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 31Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: "Va al sepolcro per piangere là".

32Maria, dunque, quando giunse dov'era Gesù, vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!". 33Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse: 34"Dove l'avete posto?". Gli dissero: "Signore, vieni a vedere!". 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: "Vedi come lo amava!". 37Ma alcuni di loro dissero: "Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?".

38Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra. 39Disse Gesù: "Togliete la pietra!". Gli rispose Marta, la sorella del morto: "Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni". 40Le disse Gesù: "Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?".

41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: "Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. 42Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato". 43E, detto questo, gridò a gran voce: "Lazzaro, vieni fuori!". 44Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: "Scioglietelo e lasciatelo andare".

45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui. 46Ma alcuni andarono dai farisei e riferirono loro quel che Gesù aveva fatto. 47Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: "Che facciamo? Quest'uomo compie molti segni. 48Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione". 49Ma uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno, disse loro: "Voi non capite nulla 50e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera". 51Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione 52e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. 53Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.

54Gesù pertanto non si faceva più vedere in pubblico tra i Giudei; egli si ritirò di là nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove si trattenne con i suoi discepoli.

55Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione andarono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. 56Essi cercavano Gesù e stando nel tempio dicevano tra di loro: "Che ve ne pare? Non verrà egli alla festa?". 57Intanto i sommi sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunziasse, perché essi potessero prenderlo.

Cantico delle Creature di S. Francesco d'Assisi in prosa up.jpg

Tratto da http://doc.studenti.it/appunti/poesia/cantico-creature-san-francesco-assisi.html
A cura di: matteox99@hotmail.com

Altissimo, onnipotente, buon Signore, | tue sono le lodi, la gloria e l'onore e ogni benedizione. | A te solo, Altissimo, si addicono, | e nessun uomo è degno di pronunciare il tuo nome.

Sii Lodato, mio Signore, con tutte le tue creature, | specialmente il signor fratello sole, | il quale diffonde la luce del giorno, e tu ci illumini per mezzo suo, | e lui è bello, splendente con gran splendore; | di te, Altissimo, reca il significato.

Sii Lodato, mio Signore, per aver creato la sorella luna e le stelle; | le hai create in cielo chiare, preziose e belle.

Sii lodato, mio Signore, per il fratello vento, | per il cielo nuvoloso e sereno e per ogni variazione atmosferica | per mezzo del quale alle tue creature dai nutrimento.

Sii lodato, mio Signore, per sorella acqua, | la quale è molto utile, umile, preziosa e pura.

Sii lodato, mio Signore, per fratello fuoco, | per il quale illumini la notte: | ed egli è bello, vivace, robusto e vigoroso.

Sii lodato, mio Signore, per la sorella nostra madre terra, | la quale ci nutre e alleva, | e produce diversi frutti con fiori colorati e erba.

Sii lodato, mio Signore, per quelli che perdonano in nome del tuo amore, | e sopportano malattie e affanni. | Beati quelli che li sopporteranno serenamente, | poiché da te, Altissimo, saranno incoronanti.

Sii lodato, mio Signore, per la nostra sorella morte corporale, | dalla quale nessun uomo può fuggire. | Guai a quelli che moriranno in peccato mortale; | beati quelli che troverà in grazia di DIO, | poiché la seconda morte non farà loro alcun male.

Lodate e benedite il mio Signore e ringraziate, | e servitelo con grande umiltà.

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