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LA MENOPAUSA: CONOSCERLA ED AFFRONTARLA

Un approccio psicologico a questa stagione della vita

Articolo del Dr. Francesco Giovanetti, psicologo.
Cellulare: 328-0015572.
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Sommario


Sei nella mezza età quando cominci a scambiare le tue emozioni per dei sintomi (Osho, in La mezza età: un nuovo inizio).

Definizione

La parola "menopausa" deriva dalla parola greca pauein, che significa terminare, infatti indica la fine della funzione riproduttiva e, in alcuni casi, purtroppo anche l'inizio di svariate problematiche e il ridursi di quel poco di serenità che la vita moderna ci concede. Infatti, con l'ultima mestruazione (che, per definizione, segna il principio della menopausa) la donna va incontro a cambiamenti fisici e psicologici che possono minacciare la sua salute e rendere meno stabile il mondo emozionale aumentando il rischio di depressione.

I fenomeni che accompagnano la menopausa up.jpg

Se Dio avesse voluto che gli uomini guardassero indietro, al passato, avrebbe dato loro due occhi nella nuca.

Nel corso degli anni nel corpo della donna avvengono cambiamenti rilevanti: i seni si gonfiano, magari troppo, oppure diventano vuoti e cadenti e queste nuove forma accendono speranze o creano delusioni. Ancor peggio, con il loro "appassire", possono generare pesanti frustrazioni e possono creare sensi di ineguatezza e timori, rendendo evidente la caducità della vita.

Con la menopausa tutto il corpo si trasforma, spesso diventa un estraneo, non più amato e talvolta. Per molte donne lo specchio diventa un nemico da evitare; un nemico impietoso che mostra quegli aspetti corporei che nessuna donna vorrebbe vedere.

Quando termina il ciclo mestruale cessa anche la produzione di alcuni ormoni che non solo servono per la funzione riproduttiva, ma rivestono pure un ruolo protettivo per il sistema cardiocircolatorio, la struttura delle ossa ed altri fattori oltremodo salutari. Pertanto i cicli mestruali, che nella giovane sottolineano la possibilità di procreare, con la ora la loro fine fanno nascere il timore di malattie e lasciano intravedere, seppur lontanamente, l'avvicinarsi della fine della vita.

Quando inizia la menopausa? up.jpg

Talvolta la menopausa può apparire precocemente, per almeno il 5% delle donne italiane, infatti, la menopausa può arrivare prima dei quarant'anni! Come può accadere?

  • a volte spontaneamente: si parla in tal caso di menopausa precoce spontanea.
  • a volte come conseguenza di cure mediche, radioterapia pelvica, interventi chirurgici, cura di tumori maligni, ecc. In tal caso si tratta di una menopausa iatrogena.

Attualmente i problemi dovuti alla menopausa ed al periodo che ne segue hanno assunto un peso notevole. Verso l'inizio del secolo scorso, invece, lo erano molto di meno perché la durata media della vita nei paesi civilizzati superava appena i 50 anni, mentre ora è normale arrivare a superare i 75 anni e sempre più frequentemente arrivare anche all'ottantesimo compleanno.

Appare perciò evidente che oggi la menopausa, anziché segnare l'avvicinarsi della fine della vita, coincide con l'inizio di un periodo che ricopre parecchi anni dell'intero esistenza; un periodo che dovrebbe essere vissuto sostituendo nuovi valori a quelli vecchi, come la maternità, che non sono più disponibili. Il contadino, infatti, non piange perché non ha più i semi che ha seminato, ma gioisce del raccolto con cui si può nutrire nei rigori invernali.

E' interessante notare come in India (precisamente a Rajput), dove si attribuiscono dei valori alle donne che attraversano questa fase della vita, il periodo della menopausa viene vissuto con molti meno disturbi. Lo stesso accade in Israele, dove le donne che hanno raggiunta la menopausa possono vivere più liberamente e hanno maggiori diritti nella società.

Tutto questo dimostra come, ad aggravare la sintomatologia della donna in post-menopausa, non sia solo il cambiamento dei livelli ormonali, ma anche e soprattutto l'approccio corrente nei confronti dell'invecchiamento, considerato come qualcosa di anomalo: un nemico che deve essere contrastato e vinto con ogni mezzo possibile (chirurgia plastica, farmaci, ginnastica, lifting, ...).

Con quali sintomi si presenta la menopausa? up.jpg

Talvolta compaiono disturbi del sonno o risvegli frequenti o spossatezza senza motivo apparente. Possono comparire anche disturbi dell'umore, malinconie, irritabilità e nervosismo, specialmente prima delle mestruazioni.

Altre volte ci si sveglia all'improvviso con una tachicardie che preoccupa e può creare delle angosce. Raramente si pensa alla carenza di ormoni e, se il disturbo si ripete, è consigliabile una visita dal cardiologo.

Molte donne sono angosciate perché il corpo cambia, e cambia in peggio. A volte il peso può aumentare ancor prima dei prima dei 35 anni, e il grasso si accumula sulla pancia e sulla vita rovinando il "figurino" dei vent'anni. Anche il desiderio sessuale diminuisce e talvolta sparisce addirittura, restano i ricordi, ma la soddisfazione non la possono dare.

Per molte donne il primo segnale è dato dal ciclo che diventa irregolare, può accorciarsi (polimenorrea) al punto di presentarsi anche ogni venti giorni. Talvolta invece aumentano sia la quantità del flusso che durata, arrivando, raramente a causare vere emorragie (metrorragie). Il segnale più sicuro resta comunque il ciclo che salta per un mese intero.

Le alterazioni in menopausa up.jpg

Il periodo della menopausa e quello della post-menopausa sono caratterizzati da varie problematiche fisiche e psichiche. A tutti gli effetti questo periodo porta ad un brusco e radicale mutamento della situazione ormonale, siccome gli estrogeni possiedono un'azione, diretta o indiretta, su quasi tutti gli organi e gli apparati del corpo, la loro mancanza può creare vari tipi di problematiche.

Ogni donna vive gli effetti della menopausa in un modo suo proprio. Alcune la vivono senza particolari disturbi, felici di potersi accoppiare senza il timore di restare incinte e non avere più la seccatura delle mestruazioni. Altre, invece, la vivono come un incubo, tormentate da problemi psichici e fisici che la rendono intollerabile.

A seconda del periodo di insorgenza tali sintomatologie vengono catalogate come problematiche da pre-menopausa, da menopausa e da post-menopausa e, se sono distanti di alcuni mesi o anni dall'ultima mestruazione, si può parlare di effetti precoci, intermedi o tardivi. Va notato che si possono riscontrare gravi effetti tardivi senza che vi fossero stati effetti precoci e intermedi, e viceversa.

Attualmente non è possibile prevedere quando inizierà e come sarà la menopausa di ogni singola donna, solitamente i disturbi maggiori sono riscontrati nelle le donne che entrano in menopausa precocemente o in quelle che vanno in menopausa a causa dall'asportazione chirurgica delle ovaie.

Generalmente le alterazioni vengono catalogate nel modo seguente, in cui diamo anche una brevissima panoramica dei sintomi denunciati.

Effetti precoci up.jpg

  • Disturbi vasomotori. Sono correlati al sistema di termoregolazione corporea, possono presentarsi come vampate di calore, sudorazioni e brividi. Le vampate sono le più frequenti, vengono descritte come una spiacevole sensazione di calore che prende il collo, il viso e può persino irradiarsi in tutto il corpo.

    Questi disturbi non sono pericolosi, ma possono creare seri problemi nelle vita di relazione perché il soggetto non vuole che gli altri lo vedano in quello stato. Talvolta creano delle interferenze nel rapporto con il partner perché possono causare frequenti risvegli. Anche se di per sé questi problemi non sono pericolosi, possono comunque innescare un meccanismo a spirale che non solo coinvolge l'interessata, ma l'intera famiglia.

  • Irregolarità del ciclo mestruale. A volte sono lievi e ben tollerate, altre talmente accentuate al punto da disturbare la qualità della vita della paziente o compromettere la sua salute.
  • Disturbi psicologici Dagli studi fatti sembra che gli estrogeni abbiano delle correlazioni con il sistema nervoso centrale. Non c'è quindi da stupirsi che per almeno il 25% delle donne questo periodo sia spesso accompagnato da disturbi psicologici, tra cui possiamo elencare: la perdita di fiducia in sé, l'ansia, la depressione, l'instabilità dell'umore, la difficoltà nel prendere decisioni, l'insonnia, la perdita di memoria e la mancanza di concentrazione.

    Se ad essi si aggiunge l'importanza che nella nostra società viene attribuita all'aspetto del corpo ed il fatto che spesso la menopausa coincide con eventi stressanti, come il matrimonio dei figli e malattie o morte dei genitori, si può comprendere quanto sia difficile stabilire quanto i sintomi psicologici siano dovuti alla carenza ormonale o ai disturbi fisici, alle situazioni concomitanti o agli stereotipi culturali negativi. Probabilmente sono contemporaneamente in gioco, se non tutti, almeno qualcuno di questi fattori.

  • Depressione. Per depressione si intende un "abbassamento" del tono dell'umore. La menopausa può creare una forma di depressione diversa da quella tradizionale o endogena, in quanto dipende anche da fattori fisici e non si propone solo come una patologia della personalità continuamente caratterizzata da disperazione, pianto, desiderio di morte, riduzione delle attività e perdita di appetito.

    I sintomi depressivi legati alla menopausa sono meno gravi e più discontinui di quelli della depressione endogena, questo fatto deve essere tenuto nella massima considerazione per non rischiare di privare una paziente realmente depressa dell'appropriata terapia psichiatrica, banalizzando i suoi sintomi o dandole la falsa speranza che si riducano o spariscano con le opportune ormonali.


Effetti intermedi up.jpg

  • Perdita di collagene Il collagene conferisce elasticità al tessuto connettivo (tessuto di sostegno) di cui è uno dei principali componenti. A causa della carenza di estrogeni, nei primi 5 anni che seguono la menopausa, il collagene si riduce di circa il 30% creando delle problematiche in vari organi e apparati.

    A livello dell'apparato urogenitale si può avere la perdita di tono del sistema muscolare che mantiene nella sua posizione l'utero, la vagina e il retto, e contribuisce a garantire la continenza vescicale. Questo può provocare un prolasso dell'utero, oppure dell'intestino retto o della vescica con conseguente incontinenza urinaria.

    Anche il derma, disponendo di meno collagene, perde di elasticità, quindi la pelle in menopausa tende a diventare secca e sottile. Va notato che la comparsa delle rughe non sembra correlata con questo fenomeno, ma all'avanzare dell'età. Alla scarsità di collagene potrebbero essere ricondotti anche i dolori ossei e articolari, che compaiono dopo la menopausa.

  • Atrofia urogenitale. La mancanza di estrogeni provoca una processo di atrofia, cioè di riduzione delle loro dimensioni, degli organi genitali. Ne sono coinvolti, in tempi diversi a seconda dei soggetti, l'utero, la vagina e la vulva che. Si calcola l'atrofia vulvo-vaginale sia presente nel 10-20% delle donne già dopo 3 anni dall'entrata in menopausa.

    Questo fenomeno comprende pure la riduzione della secrezione vaginale e la lubrificazione durante i rapporti si riduce causando una sensazione di bruciore e dolore durante i rapporti (dispareunia). Chiaramente questo problema influisce in modo negativo sulla vita sessuale.

    Può anche comparire un'atrofia della parte più esterna dell'uretra con conseguenti disturbi quali il bisogno di urinare frequentemente e urgentemente, e bruciori durante la minzione (sindrome uretrale).

  • Riduzione del desiderio sessuale. Il desiderio e la soddisfazione sessuale sono condizionati da vari fattori e la situazione ormonale e solo uno fra questi. Con l'avanzare degli anni la frequente riduzione del desiderio può dipendere dal condizionamento culturale (non ho più l'età...), dal non sentirsi più desiderabile e desiderata come in precedenza, dallo stato di salute generale e dal fatto che il proprio compagno (anche lui invecchiato) non sia più tanto desiderabile. Di fatto, già intorno ai 60 anni, l'attività sessuale si presenta ridotta almeno nel 35% delle donne e nel 45% degli uomini. Nel 15% delle donne e nel 23% degli uomini tale attività è definitivamente conclusa.

    Per molte donne l'atrofia vulvo-vaginale, vista più sopra, concorre al deterioramento dell'attività sessuale, in quanto il dolore provato toglie ogni soddisfazione e crea complessi di colpa nel partner frustranso il suo desiderio e innescando un circolo vizioso che può far definitivamente chiudere l'attività sessuale. Ciò non toglie che almeno il 25% di coloro che hanno superato i sessantacinque anni (terza età) continuino ad avere rapporti soddisfacenti


Effetti tardivi up.jpg

Gli effetti precoci e intermedi, visti in precedenza, pur essendo assai fastidiosi non costituiscono mai un rischio per la vita, quelli tardivi, invece, sono molto più pericolosi in quanto lavorano subdolamente e quando si manifestano può essere troppo tardi per poterli rimediare.

  • Malattie cardiovascolari Vengono così definite le condizioni dovute a un restringimento o un'occlusione delle piccole arterie, con conseguente riduzione del flusso sanguigno e la possibile morte o degenerazione di organi e tessuti. L'infarto miocardico e l'ictus ne costituiscono due tristissimi esempi.

    E' accertato che prima della menopausa le malattie cardiovascolari sono superiori nell'uomo, dopo, invece, sono superiori nelle donne. Da questo sembra risultare che gli estrogeni riducano il rischio di malattie cardiovascolari influenzando il metabolismo dei lipidi e delle lipoproteine e mediante un'azione vasodilatante sulle arterie.

    Purtroppo, pur essendo noti i fattori di rischio (ipercolesterolemia, obesità, ipertensione, diabete, fumo, vita sedentaria, ereditarietà) non esiste ancora un esame che riveli quanto una persona corra il rischio una malattia cardiovascolare, è quindi buona norma, per tutti, adottare le opportune pratiche preventive.

  • Osteoporosi. L'osteoporosi è un malattia che propone una riduzione della massa ossea, pertanto è facile essere soggetti a fratture anche a seguito a piccoli traumi. Questa riduzione della formazione di nuovo tessuto osseo è legata all'età e non al sesso, ed inizia intorno ai 30 anni. In entrambi i sessi, raggiunta la vecchiezza, può causare un'osteoporosi senile.

    Nella menopausa e nel periodo che segue, a causa della mancanza di estrogeni, questa perdita della massa ossea può accelerare. Se il soggetto presenta già una situazione ossea precaria, o la perdita è di grado elevato, viene a manifestarsi un'osteoporosi post-menopausale.

    Pertanto l'osteoporosi è una condizione che colpisce più frequentemente le donne, sia per gli effetti della menopausa, sia perché gli uomini possiedono una massa ossea maggiore. A 75 anni la massa ossea di una donna può già essere dimezzata, mentre in un uomo novantenne si osserva un calo che si aggira intorno al 25%.

    L'osteoporosi, proprio per la sua natura, predispone a fratture ossee. Le parti più soggette sono le vertebre (fratture da schiacciamento), il collo del femore e il polso (frattura di Colles). Generalmente le fratture del polso riescono a guarire bene e non lasciano problemi postumi, quelle vertebrali, invece, non solo possono provocare dolore, ma generare una progressiva incurvatura della spina dorsale con conseguente diminuzione della statura. Fortunatamente non tutte le donne, dopo la menopausa, soffrono di osteoporosi, è comunque bene fare un controllo periodico, a tal scopo risulta molto utile il mineralogramma che viene effettuato utilizzando una ciocca di capelli.


L'AIUTO IN MENOPAUSA

La creatività, il desiderio del gioco e la curiosità dell'infanzia, dovrebbero persistere anche nell'età adulta (E.H. Erikson).

L'aiuto farmacologico up.jpg

Talvolta, per contrastare gli spiacevoli fenomeni, visti più sopra, può essere utile affidarsi alla terapia sostitutiva a base di estrogeni; una terapia che compensa il deficit estrogenico per mezzo di farmaci specifici. Al riguardo, però, esistono pareri discordanti sulla sua reale efficacia; un sunto è stato fatto durante il Congresso Internazionale alla fine del 1999 organizzato dal professor Umberto Veronesi, che ha riunito i maggiori esperti nel campo, presso l'Istituto Europeo di Oncologia di Milano.

Le dichiarazioni dei relatori (pubblicati sulla rivista The Lancet, Vol 354; July 10, 1999), hanno convalidato l'efficacia della terapia ormonale sostitutiva, che resta un modo valido per ridurre i problemi della menopausa e della post-menopausa. E' stata però ribadito il fatto che, prima del trattamento, si deve esercitare un attento controllo della paziente prendendo in considerazione il suo stato di salute generale e la condizione di alcuni organi bersaglio degli estrogeni (come i tessuti genitali).

Sono state anche sottolineate le possibili controindicazioni, come la tromboflebite recente o in atto (infiammazione di un vaso venoso complicata da coagulo), le gravi malattie epatiche, i tumori sensibili agli estrogeni e l'otosclerosi (malattia dell'orecchio che porta ad un calo progressivo della capacità uditiva).

E' stato anche detto quanto sia importante verificare che la paziente sia consapevole che tale terapia a lungo termine, per essendo ricca di benefici, non è priva di rischi in quanto, se il trattamento si dovesse protrarre per più di 5 anni, aumento il rischio di contrarre un tumore all'utero o al seno.

In pratica viene consigliata la terapia ormonale per:

  1. curare i sintomi acuti della menopausa (vampate, astenia, depressione, sudorazioni, insonnia ...),
  2. migliorare la qualità di vita che a volte perde di "tono",
  3. ridurre il rischio di osteoporosi e fratture,
  4. ridurre il rischio di tumore al colon, e della malattia di Alzheimer in quanto le terapie ormonali sembrano esercitare un ruolo protettivo nei confronti di queste malattie.

Viene invece consigliata cautela e terapia a basso dosaggio nei soggetti che abbiano avuto malattie cardiovascolari, e/o abbia fattori di rischio cardiovascolari familiari o personali. Va comunque precisato che il rischio cardiovascolare è notevolmente basso prima dei 60 anni. Grande attenzione dovrebbe essere usata per i soggetti che abbiano una storia di tumori alla mammella nella famiglia.

L'aiuto psicologico up.jpg

I disturbi psicologici all'inizio, durante e dopo la menopausa, sono sicuramente da ricercarsi nel calo del livello di estrogeni (gli ormoni femminili necessari per la maturazione dell'uovo). Va precisato che, oltre alle cause dovute al calo ormonale, esistono anche dei fattori sociali dovuti al fatto che la menopausa coincide con l'avanzare dell'età e col fatto che i figli diventano grandi e indipendenti, escono di casa, si sposano, nascono i primi nipotini, i genitori ormai vecchi muoiono, ... l'interazione di entrambi i mutamenti (fisici e psicologici) rendono, quindi, la menopausa e il post-menopausa un periodo della vita difficile da affrontare.

L'intervento dello specialista, sia esso medico, osteopatico o psicologico, assume allora una grande importanza, sia a livello medico che di supporto psicologico.

L'aiuto globale up.jpg

Attualmente questo approccio viene fatto considerando con attenzione il paziente come un'unità inscindibile di mente e corpo; una persona che sta affrontando una fase cruciale della propria esistenza incontrando varie difficoltà tra cui, psicologicamente parlando, le più comuni, sono:

  • ansia,
  • insonnia, sonno disturbato, risvegli frequenti,
  • depressione,
  • facile irritabilità,
  • aumento di peso,
  • esagerata o diminuita cura del proprio aspetto,
  • timori nell'affrontare il futuro,
  • spossatezza senza una causa precisa,
  • rapporto sessuale spesso doloroso,
  • frequente diminuzione del desiderio sessuale,
  • pensieri autosvalutativi,
  • sensi di colpa,>
  • restimolazione di episodi passati (vedi "La restimolazione" nella Appendici).

L'APPROCCIO TERAPEUTICO up.jpg

Quando cesserai di voler riempire la tua coppa di felicità ed inizierai a riempire quella degli altri scoprirai, con meraviglia, che la tua sarà sempre piena (Paramansa Yogananda).

Lo psicologo dovrà innanzitutto ricavare un'accurata anamnesi del paziente, facendo delle domane e lasciando spazio affinché il paziente stesso possa definire quegli elementi esogeni ed endogeni che lo hanno portato a richiedere l'intervento.

Con i dati raccolti il terapeuta potrà appurare l'origine dei problemi ed isolare quelli interiori oppure quelli che vanno ricercati nell'ambiente famigliare del medesimo o nel contesto sociale in cui vive e delle persone che ha modo di contattare (colleghi di lavoro, parenti, amici, ecc.).

Terminata tale valutazione potrà delineare l'intervento più opportuno avvalendosi dei molti strumenti oggi disponibili, di cui forniamo di seguito una breve panoramica. Resta intesto che sarà premura del terapeuta indirizzare la paziente da un medico, o lo specialista più opportuno, quando i dati raccolti mostrano la necessità di un simile intervento.

Azioni psicologico/comportamentali ad indirizzo terapeutico:

  • Addestrare al rilassamento.
  • Insegnare a controllare la mente.
  • Insegnare qualche esercizio di visualizzazione creativa.
  • Insegnare qualche esercizio di ginnastica terapeutica.
  • Migliorare l'autostima.
  • Migliorare le relazioni interpersonali.
  • Aumentare l'interesse per gli altri.
  • Promuovere l'accettazione e la tolleranza.
  • Motivare hobby creativi.
  • Spiegare i Ruoli fondamentali e come cambiarli (vedi i "Ruoli fondamentali" nelle Appendici).
  • Riconciliare il paziente con il suo passato (vedi "Il rilassamento terapeutico" nelle Appendici).
  • Riconciliare il paziente con le persone con cui ha avuto un brutto rapporto: parenti, insegnanti, superiori, ecc. (vedi "Il rilassamento terapeutico" nelle appendici).

Conclusione up.jpg

Per quanto abbiamo detto appare evidente che dal punto di vista psicologico la menopausa rappresenta un momento di grande impatto in ragione del suo significato di fine di un'epoca creativa, positiva, ricca di possibilità e di futuro, in cui la donna si sente soggetto possibile di scelte desiderate e promettenti, dove gli affetti, i sentimenti e le emozioni promettono un mondo gioioso, carico di frutti.

Con la menopausa quest'epoca si chiude ed è inevitabile che la donna viva un senso di perdita, una situazione diventata triste, in cui si smarrisce e nella quale spesso perde la prospettiva che potrebbero esservi nel futuro.

E' evidente come ogni donna si ritrovi a vivere questo momento con diversa intensità, sentimenti e stati d'animo, in ragione del proprio carattere e della propria storia. Se sarà capace di affrontare i cambiamenti, se sarà sufficientemente forte ed affronterà il futuro in modo ottimistico e realista, potrà senz'altro vivere in modo alquanto diverso rispetto ad una donna paurosa e pessimista.

Una generazione fa la menopausa segnava l'inizio di una rapida decadenza, tutto era già avvenuto, non vi erano più prospettive interessanti, l'unica casa da farsi ere quella di rassegnarsi ed aspettare serenamente la fine.

Oggigiorno la menopausa coglie mediamente la donna poco dopo la metà della sua esistenza, perciò rimane tanta vita da vivere e molte cose che si possono realizzare, per alcune sarà proprio in questo futuro che si potrà realizzare quando, per motivi famigliari o di lavoro, non hanno potuto fare in precedenza.

Se la donna ha il coraggio di accettare questa sfida e cambiare i suoi punti di riferimento, potrà cogliere la positività di questa fase della vita e restare nella vita sociale portando con sé il suo patrimonio di conoscenza ed esperienza. Affrontare la sfida significa anche arrivare ad una trasformazione di sé: una risignificazione della propria vita, che darà la possibilità di un ancor lungo periodo dell'esistenza, che nulla avrà da invidiare a quello precedente. Anzi, per molte ragioni potrebbe essere anche migliore.


APPENDICI

La restimolazione up.jpg

Si intende per "restimolazione" un episodio del passato che viene riportato in superficie a causa di qualche elemento (persona, oggetto, odore, suono, parola, ecc.) presente nell'ambiente circostante. Tale elemento richiama alla memoria subconscia un elemento simile presente in un episodio vissuto nel passato. La restimolazione può riportare il soggetto a "rivivere" la stessa sintomatologia psicofisica presente nel momento in cui è stato memorizzato l'episodio originale (per maggiori dettagli vedere "Il rilassamento terapeutico" nelle Appendici).

I tre Ruoli fondamentali up.jpg

Nell'Analisi Transazionale, di Eric Berne, vengono considerati tre ruoli fondamentali che la persona assume nei primissi anni di età, essi sono:

  1. il Persecutore, utilizzato per rinforzare la valutazione negativa nei confronti degli altri (voi NON SIETE OK, avete bisogno di qualcuno che vi punisca o che vi diriga).
  2. la Vittima, utile per rinforzare una valutazione negativa data a sé stessi (IO NON SONO OK, ho bisogno di qualcuno che mi punisca o che mi aiuti).
  3. il Salvatore, necessario per poter continuare a sottolineare la propria posizione "IO SONO OK, devo aiutare chi non lo è".
  4. Questi ruoli, se portati avanti in modo legittimo e produttivo, non presentano tratti negativi, ad esempio:

    • un Persecutore, che decida dei giusti limiti e li faccia rispettare,
    • una Vittima, che conosce bene un mestiere ma non riesce a trovare lavoro a causa di pregiudizi razziali o religiosi,
    • un Salvatore, che aiuti il prossimo a vivere meglio.

    Un Ruolo Fondamentale diventa però pericoloso quando viene utilizzato allo scopo di manipolare altre persone, ad esempio:

    • un Persecutore, che decida dei limiti irragionevoli, o faccia applicare quelli esistenti con brutalità,
    • una Vittima, che si lamenti per un problema che l'affligge ma non fa proprio nulla per risolverlo,
    • un Salvatore che, proponendo il suo aiuto, fa in modo che gli altri dipendano da lui.

    Il rilassamento terapeutico up.jpg

    Il rilassamento terapeutico, di cui forniamo di seguito una breve panoramica, è molto utile per effettuare una "riconciliazione" con il proprio passato psicofisico, o con altre persone con cui si hanno avuto brutti rapporti, non importa se defunte o viventi.

    Con questa tecnica è possibile ritrovare ed annullare la carica emotiva presente in episodi anche di un lontano passato ed affrontare le problematiche fisiche catalogate come "psicosomatiche" e quelle psicologiche che vanno dal senso di colpa al comportamento coatto.

    Presupposti teorici del rilassamento terapeutico up.jpg

    Questo tipo di rilassamento rappresenta una tecnica dinamica e veloce che si avvale di un approccio diretto all'emisfero destro del cervello. Questa tecnica unisce al pregio della velocità a una completa discrezione; il paziente non è infatti tenuto a raccontare i dettagli della sua vita o il contenuto degli episodi che ritrova durante la seduta terapeutica.

    Si tratta di una tecnica che potrebbe essere considerata come una delle "Terapie a tempi brevi" sviluppate a Palo Alto in California. I suoi presupposti di base si basano sulla "E Therapy", elaborata qualche decennio fa da A. L. Kitselman, uno studioso che aveva una ottima preparazione psicologica e religiosa.

    Ai presupposti di base si sono aggiunte le scoperte fatte in questi ultimi anni nel campo relativo al funzionamento del cervello umano (con particolare attenzione alla specializzazione funzionale dei due emisferi che lo compongono), e gli studi compiuti con soggetti in stato di coscienza alterato (alfa, beta, gamma, ecc.). Su questi studi basano i loro fondamenti teorici varie scuole tra cui la Dinamica Mentale, il Silva Mind Control, la Meditazione Trascendentale e il Rebirthing.

    Da questo ampio bagaglio di informazioni teorico/pratiche è stata elaborato il rilassamento terapeutico in oggetto, le cui tecniche sono in grado di contattare l'emisfero destro (il subconscio) e risalire a quei momenti traumatizzanti che, non essendo stati risolti razionalmente, sono in grado di produrre una vasta gamma di disturbi fisici e mentali.

    La registrazione mentale up.jpg

    E' stato appurato il fatto che, dal concepimento in poi e per diverse volte al secondo, vengono registrate nella memoria le percezioni, le emozioni, gli eventuali dolori fisici e tutto ciò che stiamo sperimentando in quel dato momento. Queste registrazioni avvengono sempre, in qualsiasi luogo e in qualsiasi situazione ci si dovesse trovare e servono per formare quel bagaglio di esperienza a cui tutti attingiamo nel corso della vita quotidiana.

    Il livello di "profondità di memoria" in cui tali registrazioni vengono memorizzate è però variabile in quanto la profondità di registrazione dipende dal livello di coscienza dell'individuo al momento in cui il fatto è avvenuto.

    La memoria si può infatti definire come un magazzino a più strati; strati che vanno dal più superficiale (dove tutte le informazioni sono facilmente ricuperabili), al più profondo, dove sono riposti gli avvenimenti vissuti in uno stato di consapevolezza assai bassa o assente del tutto (sedute ipnotiche, avvenimenti prenatali, anestesia, coma, ecc.). Mentre una persona può accedere facilmente ai ricordi che si trovano negli strati superficiali, gli è invece difficile (spesso impossibile) recuperare quelli posti negli strati profondi.

    Purtroppo in questi strati profondi vi possono essere dei ricordi dolorosi, o comunque traumatici, in grado di generare forti condizionamenti comportamentali o problemi fisici di ogni tipo. Vale la pena di ricordare come la Psicosomatica cataloghi almeno l'80% come causate dall'influenza che la mente è capace di esercitare sulle funzioni corporee..

    La seduta terapeutica up.jpg

    Durante una seduta, utilizzando tecniche opportune, si accede direttamente al serbatoio dei ricordi inconsci, appannaggio dell'emisfero destro del cervello, mentre il paziente si trova in stato di rilassamento ottenuto senza ipnosi). In tale stato risulta possibile ritrovare e ripercorrere gli episodi registrati negli strati profondi della, memoria sollevandoli in questo modo a livelli superficiali.

    Gli eventi, ripercorsi in questo modo, perdono la loro componente condizionante ipnotico/suggestiva e diventano perciò dei normali ricordi. Questo permette di eliminare molte problematiche e di riportare il paziente a vivere una vita salubre e serena.

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