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"MENTE SERENA" N. 11Un percorso per conoscere se stessi e gli altriSommario percorso
AFFETTI PASSIONI E SENTIMENTIGlossario
AFFETTI PASSIONI E SENTIMENTI (1)L'emozione è subitanea e rapida e non dura a lungo, mentre l'affetto è un'emozione prolungata che nasce lentamente e lentamente muore (Angela Maria La Sala Batà). Mentre le emozioni, sono la risposta ad uno stimolo, gli affetti (o sentimenti), sono degli stati d'animo, che rappresentano le forze attive che nascono dentro di noi e si proiettano verso l'esterno. Sono assai più duraturi delle emozioni e si possono essere suddivisi un due grandi categorie sotto il nome di amore-odio, attrazione-repulsione. Seguono alcuni esempi dei sentimenti tra simili, tra inferiore-superiore e tra superiore-inferiore.
In realtà gli affetti sono dei sentimenti, degli stati d'animo che oltre a differire dalle emozioni per il loro carattere positivo e radiante differiscono anche per la loro continuità e durata. L'emozione infatti, come abbiamo detto, è subitanea e rapida e non dura a lungo, mentre l'affetto è un'emozione prolungata che nasce lentamente e lentamente muore, appunto perché il suo carattere fondamentale è quello della continuità, della stabilità, e di una maggiore profondità, rispetto alla emozione. L'affetto, inoltre, non offusca interamente la mente, anzi talvolta può essere in contrasto con essa. La mente razionale può continuare il suo lavoro pure durante la presenza nella psiche di un affetto, e può contribuire ad aumentarlo se vi collabora, come può invece contrastarlo e lottare con esso se non lo approva. L'affetto può talvolta divenire così intenso ed esclusivo da tramutarsi in ciò che comunemente si chiama "passione" e diviene allora come una malattia psichica. "La passione è un sentimento portato alla esasperazione... Nella passione predomina una sola idea che si ama o si odia, verso cui converge ogni attività. Per il suo carattere di esclusività la passione è l'equivalente dell'idea fissa" (R. Appicciafuoco). Ancora sui sentimenti (2)Mentre le emozioni nascono in risposta ad uno stimolo (immagine, parola, ricordo, immaginazione, ecc.), i sentimenti nascono dentro di noi, sono energie attive che partono da noi e si proiettano verso l'esterno. Il sentimento ha carattere di radianza, mentre l'emozione, quale atto elementare, è forza massimamente centripeta. Il sentimento si presenta con caratteristiche di relativa calma, di adeguata stabilità, di media intensità. Assai simile al sentimento è lo "stato d'animo"; un sentimento che normalmente persiste, ma evita l'azione, per cui si hanno stati d'animo d'irritabilità, di depressione, di euforia, ecc. Una caratteristica di alcuni sentimenti è la loro vaghezza per cui ci sentiamo "vagamente" presi dal sentimento di speranza, di incertezza, di fiducia. Non tutti i sentimenti si esplicano nell'azione perché intervengono diversi fattori inibitori, imposti dall'educazione e dall'ambiente. Possiamo suddividere l'infinita gamma qualitativa e quantitativa dei sentimenti in cinque tipologie che forniscono all'individuo delle direttive ben precise. Tipologie di sentimenti
Una classificazione di S. Tommaso d'Aquino (3)San Tommaso d'Aquino, nella sua Summa Theologica, ammette undici sentimenti e li dispone dell'ordine seguente: amore, odio, desiderio, avversione, gioia o diletto, dolore o tristezza, speranza, disperazione, paura, audacia, ira. Nei primi sei sentimenti dell'elenco predomina il desiderio, essi nascono in noi se l'oggetto o la persona in causa sono assenti o presenti. Gli altri cinque, invece, nascono quando si frappongono degli ostacoli al fatto che l'oggetto o la persona in causa possano essere assenti o presenti. Con essi compare anche l'ira o il coraggio, perché entrambi sono presenti quando vi sono delle difficoltà da superare. La vita umana è una lotta continua (4)Tutte le nostre passioni sono buone, quando si signoreggiano; tutte sono cattive, quando ne diventiamo schiaviRosseau. Il piacere produce un'emozione gradevole, l'opposto accade nel dolore e perciò ne fuggiamo. Questa attrazione e questa repulsione sono detti moti dell'anima, non certo perchè l'anima possa cambiar luogo ma per indicare che in un casa l'anima si unisce all'oggetto e nell'altro se ne separa. L'uomo è un essere tendenzialmente spinto ad agire, ora da impulsi interni, ora da impressioni esterne e trasmesse all'anima per mezzo dei sensi. Da questi impulsi e da queste impressioni nascono per lui molti bisogni, moventi di ogni sua azione. L'animale e il fanciullo obbediscono subito allo stimolo del bisogno; l'uomo maturo agisce e soddisfa invece a questo bisogno solo dopo aver giudicato se possa o se debba soddisfarlo. L'uomo dunque è condotto da due guide, dal bisogno e dalla ragione; il primo lo sollecita e lo spinge, l'altra lo illumina e lo trattiene. Pertanto la vita umana è una continua lotta tra il dovere e il bisogno. Ne consegue che un bisogno sentito in modo molto forte, se non viene represso e moderato, ci fa sempre agire contro il dovere e contro il nostro medesimo interesse. E' perciò una scienza assai utile quella che ci insegna a mettere i nostri bisogni in armonia con i nostri doveri. Non sempre una persona emotiva è affettivaPer terminare il nostro studio sulle emozioni e i sentimenti è giusto precisare che, nella nostra natura emozionale, equilibrio e armonia sono date dal giusto ed eguale sviluppo dei due aspetti, quello passivo o emotivo e quello attivo o sentimentale. Se non vi è questo equilibrio possiamo trovare una persona molto emotiva e poco affettiva e viceversa. La persona molto emotiva (assai ricettiva agli impulsi esterni o interni) e poco affettiva, se poco evoluta spiritualmente, tenderà ad essere centrata su se stessa e diventerà egocentrica ed egoista, incapace di amore e di interesse per gli altri. Quella, invece, poco emotiva ma molto affettive, dimostra un estremo bisogno di proiettare all'esterno i loro sentimenti. Questa condizione può metterla in condizione di provare attaccamenti eccessivi, affetti gelosi ed esclusivi, antipatie e odii invincibili. Comunque, se è sufficientemente evoluta, può divenire un modello di altruismo e abnegazione, di comprensione e di bontà. Per quello che riguarda il nostro studio, dovremmo a poco a poco analizzarci e cercare di scoprire quale aspetto energetico prevale nella nostra natura. Ci consideriamo equilibrati? Prevale l'emotività o il sentimento? Siamo troppo poco ricettivi oppure scarsi nelle nostre dimostrazioni di affetto? In ognuno di questi casi le ragioni della nostra natura possono essere molto profonde e difficili a riconoscersi. In effetti la cosa migliore da fare sarebbe ascoltare il parere sincero che una persona fidata può esprimere nei nostri confronti. Comunque non dovremmo mai dimenticare che dal punto di vista psicologico ognuno di noi rappresenta almeno tre persone diverse:
Le virtù (5)Considerata dal punto di vista sociale, la virtù è un'abituale preferenza dal bene generale al bene particolare. Questa generosa preferenza non si acquista senza lotta con il nostro egoismo e attesta la forza dell'anima; appunto perciò merita il nome di virtù. Non esiste virtù senza lotta, dice Rosseau, ed oggi le virtù sono sempre più rare. I moralisti ammettono quattro virtù principali, dette cardinali, perchè considerato il fondamento di tutte le altre: sono la Prudenza che le dirige, la Giustizia che le governa, la Forza che le sostiene, la Temperanza che le circoscrive in giusti limiti. Le tre virtù teologali del cristiano sono la Fede, la Speranza e la Carità che abbraccia le altre due, perché è il vincolo che unisce l'uomo all'uomo mentre unisce l'uomo a Dio. Come tutte le nostre inclinazioni naturali o fittizie, anche le virtù possono degenerare in passioni, allorché siano spinte all'estremo o si esercitino in modo eccessivo. Il segno evidente che sono giunte a tal grado è che allora rendono erroneo il giudizio, nel qual caso perdono il nome di virtù. I vizi (6)Generalmente viene dato il nome di vizio alla degradazione dei nostri sentimenti, e quello di virtù al loro perfezionamento. I progressi del vizio, purtroppo, sono assai più rapidi di quelli delle virtù, l'abitudine del primo, infatti, è assai forte e tenace. I sette peccati (vizi) capitali (6)Il vizio è un cattiva abitudine, una mala usanza di peccare, acquistata col peccare spesso. Vi sono sette vizi che sono considerati come fonte e radice di molti altri e pertanto si definiscono "capitali". Essi sono:
Riferimenti bibliografici
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