Vivere Meglio

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"MENTE SERENA" N. 19

Un percorso per conoscere se stessi e gli altri

Sommario percorso

Il pensiero è la sola forza che dà vita o distrugge, a seconda che è diretta in bene o in male (Prentice Mulford).

IL PENSIERO È UN MEZZO ASSAI POTENTE

Il pensiero ha la capacità di agire... (1) up.jpg

Il pensiero è lo strumento più potente di cui l'uomo dispone. Esso ha la capacità di agire direttamente sugli uomini, sugli avvenimenti, sulle cose, senza strumenti intermediari. E' questo il più importante aspetto della sua potenza.

Il pensiero può agire più e meglio di qualunque altro mezzo di cui l'uomo si serve per le sue opere. Questo accresce immensamente il suo raggio d'azione, che non conosce barriere e distanze. Il bene che può produrre in tal modo è incalcolabile, e può farlo senza che nessuno lo sappia.

Lo scopo di queste pagine è dunque quello di aiutare gli altri con la straordinaria forza del pensiero; suggerire fede e fiducia, sorreggere chi è debole, sollevare chi è depresso, stimolare con suggerimenti gl'incerti, i dubbiosi, i pavidi, cooperare al bene comune.

La condizione primaria e indispensabile perché si possa effettivamente agire con il pensiero, al fine di aiutare validamente gli altri, è quella di raggiungere la padronanza della mente. Disciplinata e potenziata, essa può compiere quelli che sono comunemente definiti prodigi.

Spesso lasciamo che la mente ci tormenti... (2) up.jpg

Spesso lasciamo che la mente ci tormenti, ci preoccupi e ci opprima con pensieri che ci trascinano in un vortice e si presentano in tempo inopportuno; ma questo accade soltanto quando si crede che la mente sia nostra padrona. Pertanto quando una persona impara ad affermare la sua padronanza sulle diverse parti della mente, ne controlla e regola i processi mentali, così come farebbe con i delicati congegni di una macchina, si libera certamente da questa tortura.

In tal modo riesce a controllare le proprie facoltà intellettive, e ne migliora, dirigendolo coscientemente, il difficile lavoro; inoltre, impara a trasmettere ordini alle regioni mentali subcoscienti; mentre dorme le fa lavorare per lui... persino quando sta usando la mente consapevole in altro modo.

Così si esprime Edoardo Carpenter, riportando nel libro "From Adam's feak to Elephanta", le sue impressioni dopo una visita ad uno Gnani Yogi indiano: "E se abbiamo poca voglia di credere in questa padronanza interiore sul corpo, siamo forse nello stesso modo poco convinti dell'idea di padronanza sui nostri pensieri e sentimenti più intimi. Che un uomo debba essere preda di un qualsiasi pensiero, che per caso prenda possesso della sua mente, è generalmente ritenuto inevitabile.

"Può sembrare penoso che egli debba essere tenuto sveglio tutta la notte dall'ansia per l'esito di un processo che deve essere discusso domani; ma che costui possa avere il potere di determinare se debba rimanere sveglio o no, sembra una pretesa abbastanza strana.

"L'immagine di un pericolo vicino, è senz'altro preoccupante, ma è proprio questa pena, pensiamo, che turba la mente continuamente ed è inutile tentare di scacciarla.

"Eppure, è assurdo che l'uomo, erede di tutti i secoli passati, sia schiavo delle fantasie vane del cervello.

"Se una pietruzza ci dà fastidio in una scarpa, la togliamo, ci togliamo cioè la scarpa per levarla. Non appena si è compreso come fare, risulta abbastanza semplice scacciare dalla mente un pensiero inopportuno e dannoso. Su questo non ci si può sbagliare, non possono esserci due opinioni: è evidente, chiaro, indiscutibile. Ognuno di noi dovrebbe imparare a scacciare dalla mente un pensiero penoso, così come si toglie una pietruzza dalla scarpa. E finché l'uomo non è in grado di fare ciò, non può dire di essere il re della natura.

"Egli è solo uno schiavo, preda dei fantasmi che si agitano, come pipistrelli, nel suo cervello. Purtroppo le facce stanche che ci sono attorno dimostrano chiaramente che, solo in pochi casi, si è ottenuta questa padronanza, anche nelle classi privilegiate dei popoli civili.

"E' davvero ben difficile incontrare un vero uomo! E' invece abbastanza facile incontrare persone che sono perseguitate da pensieri, preoccupazioni, desideri tirannici; persone oppresse, curve sotto la frusta: oppure orgogliose, correre felici, guidate da un auriga che, tenendo le redini, ne condiziona la libertà; persone con cui non è possibile fare alcun discorso

"Una delle più importanti dottrine di Raja Yoga è che il potere di scacciare i pensieri, o se necessario, di eliminarli totalmente, deve essere raggiunto. Quest'arte, naturalmente, richiede pratica, ma come tutte le altre arti, una volta acquisita, non presenta più né misteri, né difficoltà. E dal momento che la vita ha davvero inizio soltanto quando questa arte è diventata propria, vale bene la pena di esercitarla.

"Se invece di essere governati da pensieri individuali, nel loro insieme, nella loro varietà e capacità, noi li abbiamo in nostro potere, e siamo in grado di dirigerli, inviarli e usarli dove e come vogliamo, la vita diventa talmente vasta e grandiosa, paragonata a quella di prima, che la sua situazione passata si può considerare quasi un embrione di vita.

"Se sarete capaci di eliminare un pensiero che esiste in voi, potrete anche ottenere qualsiasi altra cosa a cui aspirate; ed è per questo che tale potere è così importante. Libera l'uomo, non soltanto da tormenti mentali, che costituiscono in effetti i nove decimi dell'intero tormento della vita, ma dà anche il potere assoluto, totalmente ignorato prima, di eseguire il lavoro mentale perché i due aspetti sono in relazione tra di loro.

"Il pensiero, mentre state lavorando, deve essere completamente accentrato; niente di estraneo all'argomento trattato deve distrarvi; tutto deve funzionare come una grande macchina di enormi possibilità, strutturalmente perfetta, cioè senza dispersioni, né consumo o disgregazione, per forze avverse che lavorino contemporaneamente.

A lavoro finito, quando non vi è più bisogno di adoperare una macchina, deve essere fermata in modo adeguato, completamente, totalmente; non come farebbero dei ragazzi, che potrebbero rovinare una locomotiva rientrata da poco nel deposito, se fosse permesso loro di usarla per gioco. E dopo il lavoro, l'uomo deve ritirarsi nella regione della conoscenza, ove egli dimora veramente.

"Il potere della macchina mentale è molto cresciuto se raggiungiamo questa facoltà: di metterla a riposo, quando non ce n'è più bisogno, e di farla lavorare intensamente, in caso di necessità. Diventa così un vero strumento, che ogni operaio depone dopo averlo adoperato, e che soltanto chi non lavora mai mostra a tutti, in giro, come sua proprietà, portandolo con sé tutto il giorno".

Tali parole, riportate dal libro del Carpenter, e piene di suggestione, vanno lette con molta attenzione: tutti coloro che si stanno emancipando dalla schiavitù della mente non dominata, che vogliono metterla sotto il loro controllo per mezzo della volontà, ne trarranno grandissimo vantaggio.

Si possono controllare pensieri e stati d'animo? (3) up.jpg

Si appartiene al volgo finché si attribuisce la colpa sempre agli altri; si è sulla via della saggezza quando si considera responsabile solo se stesso; ma il vero saggio non trova colpevoli gli altri e neppure se stesso (Epitteto)

Sei solo tu a controllare ciò che ti entra nella testa sotto forma di pensiero. Se non ci credi, rispondi a questa domanda: "Se non sei tu che controlli i tuoi pensieri, chi li controlla?". Tua moglie, o il tuo capoufficio, o tua madre?

Se sono costoro a controllare ciò che pensi, è meglio che li mandi a farsi curare, e chi si sentirà meglio all'istante sarai tu. Ma, in realtà, tu sai che le cose stanno diversamente. Tu e soltanto tu controlli il tuo apparato mentale (a meno di non essere sottoposto a lavaggio del cervello o di non trovarti in situazioni estreme di condizionamento e sperimentazione; ma non è questo il caso).

I tuoi pensieri ti appartengono, e sta esclusivamente in te tenerteli, cambiarli, comunicarli o contemplarli. Nessun altro può entrare nella tua mente e avere dei tuoi pensieri l'esperienza che ne hai tu. Chi li controlla sei tu, e del tuo ingegno puoi fare l'uso che vuoi.

Ogni stato d'animo è preceduto da un pensiero (3) up.jpg

... Non è possibile provare una determinata emozione o sensazione o stato d'animo, se prima non si è avuto un determinato pensiero. Si elimini il cervello, e la capacità di provare alcunché viene eliminata anch'essa. Una emozione è una reazione fisica a un pensiero. Se piangi o arrossisci o ti batte il cuore, o provi una qualsiasi delle potenziali reazioni emotive di una interminabile lista, è perché ti è prima giunto un segnale da un centro mentale.

Se ci fosse una lesione in quel punto, o un "corto circuito", non potresti avere reazioni emotive. Certe lesioni al cervello impediscono perfino di avvertire il dolore fisico: ti si potrebbe letteralmente friggere una mano su un fornello, e tu non sentiresti nulla...

Alla conclusione, pertanto, non si sfugge. Sei tu stesso che controlli i tuoi pensieri, e se da questi discendono i tuoi stati d'animo, tu sei in grado di controllare i tuoi stati d'animo. Li puoi controllare operando sui pensieri che li hanno preceduti.

Pensi che certe persone o cose ti rendano infelice? (3) up.jpg

Tu credi, in parole povere, che certe cose o certe persone ti rendano infelice. Questo non è esatto. Sei tu che ti rendi infelice col coltivare certi pensieri intorno a determinate persone o cose. Una sana libertà personale comporta l'apprendimento di un diverso modo di pensare. Cambiati i pensieri, nuovi stati d'animo cominceranno a emergere, e si sarà mosso il primo passo sulla via che porta alla libertà personale.

Consideriamo, ad. es., il caso di Cal, giovane impiegato che passa la maggior parte del tempo a struggersi perché il suo capoufficio lo ritiene uno stupido. Cal è assai infelice perché il capoufficio non ha di lui una buona opinione. Ma se Cal non sapesse di essere giudicato uno stupido, sarebbe ancora infelice? Naturalmente, no. Come potrebbe esserlo per qualcosa che ignora?

A renderlo infelice non è dunque quello che pensa o non pensa il suo capoufficio, bensì quello che pensa lo stesso Cal. Cal infine si rende infelice convincendosi che il concetto che un altro si è fatto di lui sia più importante del suo proprio.

Questa medesima logica si applica a ogni sorta di eventi, cose, opinioni. Non è la morte di una persona a renderti infelice: non puoi esserlo finché non vieni a sapere che è morta; dunque non la morte ti rende infelice, ma ciò che dici a te stesso intorno a quell'evento.

Gli uragani non sono in sé deprimenti: la depressione è unicamente umana. Se sei depresso per un uragano, è perché ti stai dicendo cose che ti deprimono. Ciò non significa che tu debba fingere, costringendoti a godere di un uragano; ma chiediti: "Perché dovrei scegliere la depressione? Mi aiuta forse ad affrontare meglio l'uragano?"

Sei cresciuto in una cultura che insegna che non sei tu il responsabile dei tuoi stati d'animo, benché, invero, lo sei sempre stato. Hai appreso una quantità di frasi per difenderti dal fatto che essi, in realtà, sono sotto il tuo controllo. Ecco alcune delle frasi che hai usato continuamente. Esamina il messaggio che contengono.

  • 1. "Mi offendi."
  • 2. "Mi rattristi."
  • 3. "Che posso farci, se sono triste."
  • 4. "Ho i nervi a pezzi, e non chiedermi perché."
  • 5. "Quell'uomo è disgustoso."
  • 6. "Le persone di riguardo mi mettono in soggezione."

L'elenco potrebbe non finire mai. Hai notato che, così com'è scritta, ogni frase sottolinea il fatto che tu "non sei" responsabile di ciò che provi e la colpa è di qualcun altro?".

Vediamo ora di riscriverle, ma formulandole con esattezza, affinché riflettano il fatto che se rispondi in un certo modo la colpa è solo tua e che i tuoi stati d'animo dipendono dai tuoi pensieri.

  • 1. "Mi sono offeso dopo che ho ragionato sul modo in cui ti sei comportato con me."
  • 2. "Quando ti vedo permetto alla mia mente di generare dei pensieri che mi rattristano."
  • 3. "Ho dei pensieri che mi rattristano, potrei mandarli via, ma ho deciso di esser triste."
  • 4. "Ho scoperto che quando dico che ho i nervi a pezzi riesco a far fare alle persone quello che voglio."
  • 5. "Quando vedo quell'uomo permetto alla mia mente di formulare dei pensieri di disgusto."
  • 6. "Primo o dopo riuscirà a togliermi il condizionamento per cui le persone di riguardo mi mettono in soggezione."

Penserai che le frasi della prima lista siano soltanto dei modi di dire e siano prive di un vero significato, ma esse sono diventate dei cliché nella nostra cultura. Se corrispondono alla tua logica, chiediti come mai le frasi della seconda lista non sono diventate dei cliché. La risposta risiede nella nostra cultura, la quale insegna la mentalità della prima e scoraggia la logica della seconda lista.

Il messaggio è trasparente come un cristallo. Tu sei responsabile di ciò che provi. Senti ciò che pensi e, solo che ti decida, puoi imparare a pensare in maniera diversa. Domandati se essere infelice, sentirti offeso, sentirti giù di tono, rendano a sufficienza, Poi comincia a esaminare a fondo i tipi di pensieri che ti portano a tali stati d'animo debilitanti.

Come imparare a non essere infelice (3) up.jpg

Non è facile pensare in modo nuovo. Sei abituato a certi pensieri ed a quelli, debilitanti, che ne conseguono. Spogliarti del tuo abito mentale richiede molto lavoro. La felicità è facile, ma imparare a non essere infelici può essere arduo.

Per una persona, per il fatto di essere una persona, la felicità è una condizione naturale. Ciò è evidente: basta osservare i bambini. La difficoltà consiste nel disimparare tutti quei "dovrei" e "avrei dovuto" digeriti in passato. Comincerai a rispondere di te stesso con una presa di coscienza. Afferrati quando ti sorprendi a dire cose come: "Mi ha offeso, mi ha ferito nei miei sentimenti".

Rammentati di ciò che stai facendo nel momento in cui lo fai. Pensare in modo nuovo richiede la consapevolezza del vecchio. Hai preso l'abitudine a schemi mentali che pongono fuori di te le cause dei tuoi stati d'animo. Hai messo migliaia di ore a rafforzare tale mentalità, e con migliaia di ore dovrai equilibrare la bilancia per arrivare a pensare in modo nuovo e assumerti la responsabilità dei tuoi stati d'animo. E' una cosa terribilmente dura. E allora? Non è certo questa una ragione per evitare di farlo.


SI DOVREBBE VEDERE IL LATO BUONO DI OGNI COSA

Ci sono due modi di vedere i problemi (4) up.jpg

Un Maestro dell'Agni Yoga disse due cose che dovremmo sempre ricordare:

  • 1. Vi sono due modi di vedere i problemi: dall'alto o dal basso. Chi guarda in basso vedrà sempre del fango, chi guarda in alto vedrà il cielo.
  • 2. In ogni Forma, sia essa un atomo, un Uomo od una stella, coesistono qualità positive e negative, armoniche e disarmoniche. Se noi osserviamo solo le qualità negative facciamo in modo che esse appaiano maggiori di quelle positive ed è vero anche il contrario.

Ecco quindi l'estrema importanza del pensare e del parlare in modo giusto e corretto. Se noi, nei riguardi di parenti, amici, insegnati, uomini politici o altro, oppure nei riguardi delle situazioni mondiali, vediamo solo tutto ciò che è negativo e disarmonico, noi aiutiamo queste disarmonie a diventare sempre più forti.

Tenete presente che non sono importanti le cose che abbiamo fatto, ma il modo in cui le abbiamo fatte. Non è ciò che facciamo che conta ma la motivazione che ci spinge a farlo ed il modo in cui lo facciamo. E' infatti il movente che muove le energie in modo armonico oppure disarmonico.

Dobbiamo eliminare criticismo, dubbi e maldicenza (4) up.jpg

Dobbiamo perciò avere ben chiaro, nella Mente e nel Cuore, quali potenza possano avere le forze che possiamo scatenare con criticismo, diffidenza, dubbio, maldicenza, gelosia e sarcasmo. I pensieri o le insinuazioni del tipo "Di certo X si droga", "I governanti sono tutti ladri e incapaci", oppure "Chissà dove hanno preso quei soldi", ecc., sono perciò estremamente negative.

Gli effetti principali di questo modo di pensare e parlare sono due:

  1. Quando critichiamo e sparliamo ci leghiamo a quanto di brutto esiste in queste persone con un filo a doppio senso e assorbiamo tutti i loro difetti e le loro debolezze nonché il loro magnetismo del più basso livello. E' proprio come se aprissimo una porta! Quando si hanno in mente solo i vizi e le colpe di qualcuno si attirano tutte le entità più basse che si trovano nell'accusato e si fanno proprie. Come è vero anche il contrario.
  2. Quando si accusa qualcuno di disonestà, di cattiveria, di furto, ecc., si mettono in moto delle forze che lo portano in quella direzione. Se, per esempio, milioni di persone pensano o sospettano che un tizio è un ladro, prima o poi questa persona sarà costretta a diventarlo. Il valore di una Nazione non potrà quindi elevarsi se i suoi cittadini non migliorano il loro modo di agire, pensare e parlare.

Certamente queste cose non vi vengono insegnate né a scuola e tantomeno dalla televisione. Sta di fatto che la Parola, una volta uscita dalla bocca non si può più riprendere. Dice Gesù nel Vangelo: "Dalle vostre parole sarete giudicati!".

I giornali ed i telegiornali sono molto negativi (4) up.jpg

Le cose potrebbero essere molto peggiori. Pensa se i tuoi errori fossero catalogati, giorno per giorno, e stampati sul giornale.

Pensate ai giornali ed ai notiziari TV, vi rendete conto di come sono impostati? Essi riportano sempre e solo tutto ciò che vi è di negativo e disarmonico nel mondo: guerre, violenza, delitti, furti, truffe, scandali, ecc. Parlandone tutti i giorni e facendo convergere i pensieri di milioni di persone su questi concetti, essi contribuiscono a creare e mantenere in vita queste cose terribili.

Ecco perché risulta di fondamentale importanza parlare e pensare soltanto ciò che è armonico ed unisce e non ciò che è negativo e separa. Pensate cosa potrebbero creare dei giornali che mettessero in risalto le cose buone presenti in ogni persona o movimento; se essi cercassero di essere dei "tessitori" abituati a cercare la parte positiva in ogni situazione, per usarla poi come "filo d'oro" da intrecciare con altri fili per fare un manto dorato.

Una delle più grandi accuse che viene fatta al Cattolicesimo ed alle Religioni Occidentali è quella di avere sempre considerato l'Uomo come un essere malvagio e peccatore, sempre sul punto di meritare l'Inferno. Una visione, questa, che ha creato una orribile "pensiero di gruppo", generando così tutte le tristi conseguenze che conosciamo: fanatismo, inquisizione, guerre, massacri, torture, ecc.).

Dobbiamo rimediare agli errori accumulati (4) up.jpg

Pensate se invece il Cristianesimo avesse seguito l'insegnamento del Cristo e avesse considerato l'Uomo come un essere di Luce e di Amore in cammino verso il Padre. Pensate a quale civiltà avrebbe dato vita questo concetto se fosse stato apprezzato, insegnato e coltivato. Questo è ciò che dovremmo fare tutti noi. Tutti coloro che sono venuti a conoscenza di queste cose hanno infatti la grande responsabilità di porvi rimedio.

Questo è il compito per il quale ci siamo incarnati in questo preciso momento storico. Sta a noi utilizzare i nostri pensieri e le nostre parole per scoprire ed accentuare tutto ciò che è positivo nelle persone e nella situazione mondiale in modo da chiamarlo alla Vita.

Certo sarebbe molto utile se noi riuscissimo ad osservare tutto ciò che accade in modo distaccato, impersonale ed imparziale. Non dobbiamo perciò avere alcun timore di parlare troppo bene o troppo in positivo, perché dobbiamo rimediare a tutti i malanni che sono stati fatti nel passato e l'unico modo possibile è quello di parlare bene di tutto e di tutti!

Riferimenti bibliografici up.jpg

  • 1. Amadeus Voldben, I Prodigi del Pensiero Positivo, retro di copertina.
    Edizioni Mediterranee.
  • 2. Elaborato da: Raja Yoga, di Yogi Ramacharaka, Vol. I, p. 57.

  • La Bussola Editrice, Roma, 1977.
  • 3. Wayne W. Dyer, Le vostre zone erronee, pp. 17-20,

  • Rizzoli Editore, Milano, 1994.
  • 4. Francesco Varetto, Sulla Croce, conferenza.

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