Yahoo! Finanza -
mercoledì, 30 novembre 2011 - 6:15
Tratto da: http://it.finance.yahoo.com/notizie/Le-lauree-vincenti-al-tempo-yfin-689490350.html?x=0
Sarà pure un pezzo di carta, ma al tempo della crisi la laurea va scelta con
particolare lungimiranza per assicurarsi una briciola di
futuro. Lo conferma uno studio di
Unioncamere, presentato a Job&Orienta, il salone nazione dell'orientamento
tra scuola e lavoro, a Verona. I dati parlano chiaro: la maggior parte delle
assunzioni premia chi sceglie un indirizzo accademico
economico-sociale o ingegneristico, che dominano il
totale delle assunzioni con il 66% della domanda. Non male nemmeno i diplomi nel
ramo amministrativo-commerciale o industriale, che premiano il 54% di quelli che
li preferiscono a indirizzi di studio più canonici.
Economisti, ingegneri e scienziati piacciono sempre
Nel borsino delle lauree più appetibili dalle imprese, si affermano con forza
quelle di indirizzo economico-sociale, con oltre 25mila
richieste di assunzione , in aumento del 12% rispetto al 2010.
Intramontabile è anche il successo di ingegneria e
architettura , una laurea con un largo bacino di soggetti
al quale le aziende possono attingere per i 23.600 nuovi ingressi previsti
nel 2011, un incremento del 9% rispetto allo scorso anno. Anche in area
scientifica si segnala una crescita dell'11%, con circa 7mila assunzioni. Le
aziende cercano meno gli avvocati, eppure giurisprudenza
è in crescita del 37% rispetto allo scorso anno, a fronte di 1,400 entrate
programmatiche. In chiusura l' area medica e sanitaria ,
con oltre 8.600 entrate previste (il 12% del totale) e un aumento del 2%
rispetto al 2010.
[ Le
facoltà che danno maggiori prospettive ]
Il canto del cigno degli umanisti
Non tutte le lauree si scelgono guardando al mercato e c'è chi giustamente
insegue la passione per le lettere. Peccato che una flessione
del 6% rispetto al 2010 con poco più di 8mila le entrate previste, sia un
cattivo segno per quelli che vogliono scommettere sullo
studio umanistico .
Professionisti a grande richiesta
Dopo tutto, osservando i soli primi dieci posti della classifica delle
professioni più richieste , in vetta troviamo gli
infermieri , seguiti dagli educatori professionali (circa
2.500), dagli sportellisti bancari (quasi 2mila) e dagli sviluppatori di
software e dai progettisti meccanici (1.800). Più staccati, ma sempre nella top
ten, addetti amministrativi e contabili, farmacisti, programmatori informatici e
operatori commerciali.
I meravigliosi introvabili
Quasi per paradosso al tempo della grande crisi e delle migliaia di laureati che
pur avendo i titoli
non riescono stabilmente a occuparsi, resiste un'ampia
fetta di addetti introvabili, per cui le
aziende lamentano la carenza di profili professionali
adeguati. Eppure, la domanda di laureati rispetto al 2010 è
in crescita di quasi 8 punti percentuali, pur essendosi dimezzata rispetto
al 16% di tre anni fa. A guidare la classifica dei meravigliosi introvabili sono
gli addetti allo sviluppo clienti nei servizi
finanziari, e sulle 890 assunzioni previste, sono solo 150 quelle stimate dalle
aziende di facile reperimento, pur essendo ampio il bacino di
laureati in economia bancaria, finanziaria e assicurativa . Sui gradini più
basso del podio gli ingegneri delle telecomunicazioni che si prestino come
consulenti di prodotti informatici (530 le assunzioni
difficili su 870) e quelli civili assumibili come addetti
alla logistica (280 assunzioni con difficoltà di reperimento su
480). Seguono, nei primi dieci posti, analisti informatici e sviluppatori di
software, addetti ai controlli di gestione e del personale, i revisori contabili
e i progettisti metalmeccanici, e in coda i farmacisti.
Fenomeno anomalo
L'anomalia in un sistema dove molti sono a spasso e dove le aziende dichiarano
che ci sono candidati inadeguati è data da un disallineamento
tra il profilo reale dei candidati e le richieste effettive delle imprese. Nel
caso dei laureati in economia, raramente i candidati hanno una
reale formazione che soddisfi l'incarico per cui si
propongono. Sulla carta insomma, i titoli sono quelli, ma poi spesso è
necessario il conseguimento di un titolo post-lauream ,
atto a tradurre in pratica la teoria. Stesso problema anche per gli umanisti,
che non soddisfano a pieno le professionalità richieste a un
livello molto specialistico , a tratti di nicchia .
Nel caso degli ingegneri invece, al problema già citato, si affianca spesso la
mancanza di esperienza, che però si può maturare solo sul campo. Le aziende nel
settore scientifico, invece, non sempre offrono profili che soddisfano le
aspettative dei candidati in termini retributivi e di carriera professionale,
per il malcontento di entrambi.
[ Al
Nord le Università più care ]
Si vuole la specializzazione, ma le triennali sono in
crescita
Per incontrare le esigenze di un sistema sempre più
performante, insomma, bisogna coniugare tutto:
età, competenza e esperienza. Un vero mix perfetto che può maturare solo con
il tempo. Eppure, secondo il report, nel 2011 le lauree
triennali sono in forte ascesa. Due le cause principali: l'aumento
effettivo delle assunzioni previste di laureati di corsi triennali, in salita di
sei punti e mezzo in un anno, e la conseguente riduzione
delle entrate di laureati di corsi specialistici
quinquennali, giù del 2%, dal 44 al 42%.