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CRESCERE INSIEME NELLO SPIRITO

 

La Luce dell'Anima - Lettera n. 19

 

SOMMARIO:

LA MORTE, UNA FASE DELL'EVOLUZIONE.

o         La morte fisica.

o         Il panorama della vita trascorsa.

o         Molti defunti credono di essere ancora vivi.

o         Il purgatorio.

o         Il territorio di confine.

o         Il primo cielo o paradiso.

o         Il terzo cielo.

o         Il desiderio di rinascere.

o         La visibilità dei disincarnati.

LA RESURREZIONE DALLA CARNE.

o         Un pensiero di Origene, padre della Chiesa, 185-254 d.C.

o         L'interpretazione della Chiesa Cattolica.

o         L'interpretazione dell'Esoterismo.

o         L'interpretazione di Max Heindel.

o         L'importanza dell'abito nuziale. 

BIBLIOGRAFIA

LA MORTE, UNA FASE DELL'EVOLUZIONE

La morte fisica (1) 

"Il corpo non è che il viaggio dell'anima. Si cambia d'abito nella tomba, il sepolcro è l'anticamera del cielo". Victor Hugo

Quando arriva il momento di lasciare questo mondo terreno il corpo fisico non serve più, allora il doppio eterico e gli altri corpi sottili si ritirano dalla testa e lasciano le spoglie inanimate. I corpi sottili escono dal corpo fisico con un movimento a spirale, recando con loro le informazioni raccolte da un atomo speciale che risiedeva nel cuore.

Tutti gli eventi vissuti dall'individuo durante la vita ora finita,  sono stati registrati in questo speciale atomo, detto "atomo permanente". E' un atomo che l'individuo ha portato con sé da millenni, esso, infatti, ha preso parte alla formazione di tutti i corpi fisici usati nel corso della sua evoluzione. Siccome tale atomo serve come nucleo attorno al quale si costruirà il nuovo corpo fisico ad ogni incarnazione viene anche definito "atomo-seme".

Durante la vita terrena l'atomo-seme è localizzato nel ventricolo sinistro del cuore, vicino all'apice. Al momento della morte sale al cervello seguendo il nervo pneumogastrico e abbandona il corpo fisico insieme ai veicoli sottili, passando tra le suture delle ossa parietali ed occipitali del cranio.

Anche se i corpi sottili hanno lasciato il corpo fisico, vi restano  ancora collegati mediante un sottile cordone risplendente detto "funicella d'argento". Questa funicella resiste fintanto che viene raccolto tutto il panorama della vita trascorsa (circa tre giorni) e, solo nel preciso momento in cui si spezza, il corpo denso può veramente considerarsi un cadavere.

Per questo motivo si deve aver somma cura di non cremare o ferire il corpo del defunto, almeno fintanto che siano trascorsi tre giorni dalla morte. Siccome il doppio eterico ed i veicoli superiori sono ancora uniti al corpo fisico per mezzo della funicella d'argento, qualunque autopsia od altra lesione al corpo fisico, sarebbe in qualche modo risentita dal defunto.

Si dovrebbe assolutamente evitare la cremazione nei tre giorni successivi alla morte, perché tende a disintegrare il doppio eterico che dovrebbe mantenersi integro fintanto che il panorama della vita passata è stato registrato nel corpo astrale.

Il panorama della vita trascorsa (1) 

Quando il defunto si libera dal corpo fisico, giunge per lui un momento della massima importanza. Non si insisterà mai troppo, facendo presente ai parenti di chi sta per morire che è una colpa grave, nei confronti del moribondo, il prorompere in rumorose espressioni di dolore. Infatti durante i tre giorni che seguono la morte il defunto è impegnato in una questione di suprema importanza: "la raccolta del filmino della sua vita", e l'accuratezza con cui può fare questo lavoro dipende dall'attenzione che vi può dedicare.

Un altra azione colpevole verso il morente è, inoltre, quella di somministrargli stimolanti che abbiano per effetto la forzatura del rientro dei corpi sottili nel corpo denso, fatto che provocherebbe  un penoso choc.

Un trapasso naturale non crea sofferenza mentre è assai penoso l'essere trascinato indietro per sopportare nuovi dolori. Alcuni trapassati, hanno detto agli investigatori nei mondi invisibili, che in tal modo essi erano stati trattenuti in vita per delle inutile ore e sarebbero stati assai lieti se i parenti (e i medici, n.d.r.), li avessero lasciati morire in pace.

Molti defunti credono di essere ancora vivi 

Sembra accertato che la grande massa di coloro che muoiono non sapendo nulla dello stato post-mortem, credono di essere ancora vivi e, per qualche tempo restano piuttosto perplessi per il pianto e le forti vibrazioni emotive da cui sono circondati.

Questo accade perché, durante il sonno, ognuno di noi lascia temporaneamente il corpo fisico (vedi lettera "La Luce dell'Anima" n. 14), pertanto il defunto si ritrova in una condizione conosciuta, con la sola differenza che alla fine del sonno la funicella d'argento gli permetteva di rientrare nel corpo e ora, essendosi spezzata, il rientro non è più possibile.

La letteratura esoterica, pullula di esempi e di testimonianze di persone che si sono trovate fuori dal loro corpo fisico. Vi è, per esempio, il caso di un medico che dovette sottoporsi ad un intervento chirurgico ad opera di suoi colleghi; pochi secondi dopo l'anestesia, si è trovato improvvisamente in un angolo della sala operatoria da dove ha potuto seguire l'operazione.

Senza dubbio l'anestetico, iniettato, era troppo forte e quel medico ha corso il rischio di non poter più rientrare nel suo corpo fisico, per ringraziare e per congratularsi con i suoi amici, perché il distacco totale del doppio eterico significa la morte del corpo fisico.

Il corpo eterico, generalmente, si disintegra dopo poche settimane o pochi mesi, nel frattempo aleggia sulle tombe ove i corpi fisici densi sono sepolti e le persone sensitive lo possono vedere.

Il purgatorio 

Quando il corpo eterico si disintegra il defunto inizia a vivere nel Mondo astrale, utilizzando gli altri corpi sottili. Mentre permane nel Mondo astrale si dedica ad osservare il panorama della vita appena terminata e soffre per ogni sofferenza che gli altri hanno subito a causa sua.

Questa fase dura all'incirca un terzo degli anni vissuti nel corpo fisico e viene fatta a ritroso, ovvero dalla morte alla nascita; in questo modo si vede per primo il dolore arrecato e poi l'azione che lo causò. Questo esame è assai importante perché permette al defunto di rendersi conto di quanto male ha causato e, questa consapevolezza, sensibilizza la sua coscienza.

Va notato che quando uno spirito entra nel purgatorio, è esattamente lo stesso personaggio che era prima di morire; ha gli stessi gusti, gli stessi desideri, le stesse avversioni di prima. Non ha però il corpo fisico per soddisfare i suoi desideri; il beone, ad esempio, desidererà ardentemente bere, ancor più di quando era in vita. Egli, non avendo lo stomaco, potrebbe entrare in un bar, penetrare nel corpo fisico di un beone e soddisfare, suo tramite, il suo pressante desiderio.

Il supplizio di Tantalo, intende appunto mostrare la situazione dei viziosi durante il purgatorio. Il supplizio termina quando il defunto comprende che non ha più alcuna possibilità di soddisfare i desideri carnali e supera i suoi vizi avanzando così nel cammino spirituale.

Se i suoi desideri fossero insaziabili, al punto da non poter resistere senza essere appagati, la sofferenza sarebbe davvero "infernale" anche se non vi fossero fiamme di sorta. Se la vita terrena è stata vissuta sobriamente il processo di purificazione viene terminato in breve tempo, sarà invece assai lungo se le brame ed i desideri sono stati forti ed incontrollati.

Il territorio di confine (1) 

Il purgatorio occupa le tre regioni inferiori del Mondo astrale. Il Primo Cielo si trova nelle tre regioni superiori. La regione centrale è una specie di territorio di confine in cui si trovano coloro che sono stati onesti ed integri; che non hanno recato danno ad alcuno, ma che, durante la vita terrena, furono completamente presi dagli affari mondani e non si curarono affatto della vita superiore.

Per loro la vita nel Mondo astrale è una condizione di opprimente monotonia; in quel Mondo, infatti, non esistono gli "affari" e neppure qualcosa con la quale sostituirli. Fino a che non impara ad occuparsi di cose superiori agli affari mondani, il defunto vive un'esistenza molto dura. Qui si trovano coloro che quando rivolsero il pensiero al problema della vita conclusero che "con la morte finisce tutto", e quelli che negarono l'esistenza dei mondi sottili.

Il primo cielo o paradiso (1) 

Terminato il purgatorio, il defunto passa nelle tre regioni superiori del Mondo astrale, dette anche "primo cielo". Qui egli ha il modo di osservare nuovamente il panorama della vita trascorsa, lo scopo è però diverso, si tratta ora di vedere il bene compiuto e di rallegrarsene. La Chiesa Cattolica definisce il tempo impiegato per svolgere questo lavoro di retrospezione come "paradiso". Il risultato che segue a tale lavoro è l'aver imparato ciò che si deve fare per alleggerire le miserie dei nostri simili.

Il terzo cielo (1)  

Dopo il paradiso, detto anche "secondo cielo", lo spirito è pronto per entrare nel "terzo cielo". Qui le esperienze fatte nel purgatorio e nel paradiso vengono incorporate nel corpo causale che ne risulta arricchito e diventa più luminoso (vedi la lettera "La Luce dell'Anima" n. 17). Nel terzo cielo il defunto può concedersi un  periodo di riposo, certamente meritato, ma che a lungo andare diventa monotono, egli inizierà perciò a desiderare di rinascere in un nuovo corpo con cui fare nuove esperienze.

Il desiderio di rinascere (1) 

I libri dicono bene, la vita di ciascuno è il risultato del suo vivere passato; gli errori compiuti portano tristezza e sventura le buone azioni generano felicità. Budda, poema tradizionale.

Quando il defunto decide di incarnarsi nuovamente subentrano degli esseri spirituali di altissima intelligenza (gli Angeli del Destino o Rettori del Karma) che l'aiutano a creare la trama della sua nuova esistenza. Con Essi egli esamina i vari atti negativi e positivi compiuti in tutte le precedenti esistenze, e pianifica una vita dove poter incontrare le persone che ha danneggiato e compensare il male fatto nel migliore dei modi.

Anche il bene fatto non va perduto perché le persone beneficiate, saranno coloro che gli offriranno amore, aiuto e simpatia nella vita che si sta preparando.

Dopo questa laboriosa preparazione lo spirito inizia la sua discesa verso i mondi più densi. Con la materia del Mondo Mentale si crea il corpo mentale e con quella dei Mondi inferiori si crea il corpo astrale ed il doppio eterico. Quest'ultimo viene posto nel grembo materno ed agisce come una matrice energetica per dare la forma dovuta al feto in gestazione.

La visibilità dei disincarnati (1) 

Max Heindel, esperto ricercatore nei mondi sottili, ha tentato numerosi esperimenti con certi spiriti dei regni superfisici: taluni avevano appena lasciato la vita terrestre, altri erano rimasti un tempo più o meno lungo nel Mondo astrale, altri ancora erano quasi pronti per entrare nel primo cielo. Molti di questi spiriti sono stati compiacenti e si sono prestati per una serie di prove il cui risultato ha fornito delle informazioni sorprendenti.

Lo scopo di questi esperimenti, era dimostrare in quale misura sarebbe stato loro possibile di rivestirsi dei materiali che costituiscono i due eteri più grossolani e di quelli che formano le regioni gassose del nostro pianeta. Si è così riscontrato che coloro che erano trapassati da poco tempo potevano sopportare facilmente le basse vibrazioni dell'etere, benché le loro aspirazioni superiori gli impedissero di sentirsi a loro agio o di restarvi per un tempo più lungo di quello necessario.

Gli spiriti che si trovavano nel Mondo astrale avevano invece più difficoltà e le medesime aumentavano in proporzione a quanto lo spirito, nel suo purgatorio, si era sbarazzato delle sostanze dense del Mondo astrale. Per gli spiriti prossimi ad entrare nel primo cielo tali difficoltà diventavano notevoli. Essi spiegavano che pareva loro di dover entrare in un pozzo molto profondo e di soffocare.

E' stato inoltre constatato che era assolutamente impossibile che una persona vivente riuscisse a scorgere gli spiriti più o meno rivestiti di materia eterica. Sono stati provati diversi stratagemmi per indurre i viventi a guardare nella direzione in cui si trovavano gli spiriti ma nessuno di essi diede dei risultati positivi.

LA RESURREZIONE DALLA CARNE 

Quando un individuo ha raggiunto un notevole grado di perfezione non ha più bisogno di rinascere e continua a vivere nei mondi sottili aiutando l'umanità insieme ai Maestri della Gerarchia Planetaria. Egli, in effetti, ha ottenuto ciò che viene chiamata la "resurrezione della carne", che andrebbe meglio definita come "la resurrezione dalla carne".

Leggiamo al proposito nello Zohar (libro della Cabala):

"Le anime devono ritornare all'Assoluto da cui sono emerse. Per raggiungere questo fine, però, devono sviluppare le perfezioni il cui seme è già insito in loro. E se non avranno sviluppato tali caratteristiche in questa vita, allora dovranno cominciarne un'altra, una terza, e così via. Dovranno continuare così finché non avranno acquisito la condizione che permette loro di tornare in compagnia di Dio".

Un pensiero di Origene, padre della Chiesa, 185-254 d.C. 

"Se si può dimostrare che un essere incorporeo e dotato di ragione ha vita indipendente dal corpo e sta peggio all'interno del corpo che fuori da esso, allora indubbiamente i corpi hanno solo un'importanza secondaria e appaiono di quando in quando per soddisfare le diverse necessità delle creature razionali. Chi ha bisogno di un corpo ne viene rivestito; quando invece le anime cadute si elevano a un destino migliore, i loro corpi vengono nuovamente distrutti. Così essi appaiono e scompaiono perennemente".

*  *  *

Vediamo ora, utilizzando fonti alquanto diverse, di arrivare ad una interpretazione sufficientemente valida della "resurrezione della carne", questa importantissima fase dell'evoluzione umana.

L'interpretazione della Chiesa Cattolica (2) 

Seguono alcuni brani tratti dal nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica.

Pag. 265, versetto 997.

Che cosa significa "risuscitare"? Con la morte, separazione dell'anima e del corpo, il corpo dell'uomo cade nella corruzione, mentre la sua anima va incontro a Dio, pur restando in attesa di essere riunita al suo corpo glorificato. Dio nella sua onnipotenza restituirà definitivamente la vita incorruttibile ai nostri corpi riunendoli alle nostre anime, in forza della Risurrezione di Gesù.

Pag. 266, versetto 998.

Chi risusciterà? Tutti gli uomini che sono morti: "quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna" (Gv. 5,29).

Pag. 266, versetto 999.

Come? Cristo è risorto con il suo proprio corpo: "Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!" (Lc 24,39); ma egli non è ritornato ad una vita terrena. Allo stesso modo, in lui, "tutti risorgeranno coi corpi di cui ora sono rivestiti" (Concilio Lateranense) ma questo corpo sarà trasfigurato in corpo glorioso (Fil 3,1), in "corpo spirituale" (1 Cor 15,44):

Ma qualcuno dirà: "Come risuscitano i morti? Con quale corpo verranno?". Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore, e quello che semini non è il corpo che nascerà, ma un semplice chicco... Si semina corruttibile e risorge incorruttibile... E' necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità (1 Cor 15,35‑37.42.53).

Pag. 266, versetto 1000.

Il "come" supera le possibilità della nostra immaginazione e del nostro intelletto; è accessibile solo nella fede. Ma la nostra partecipazione all'Eucaristia ci fa già pregustare la trasfigurazione del nostro corpo per opera di Cristo:

Come il pane che è frutto della terra, dopo che è stata invocata su di esso la benedizione divina, non è più pane comune, ma Eucaristia, composta di due realtà, una terrena, l'altra celeste, così i nostri corpi che ricevono l'Eucaristia non sono più corruttibili, dal momento che portano in sé il germe della risurrezione (S. Ireneo di Lione, Adversus haereses, 4, 18, 4-5).

Pag. 266, versetto 1001.

Quando? Definitivamente "nell'ultimo giorno" (Gv 6,39‑40.44.54; 11,24); "alla fine del mondo" (Concilio Ecumenico Vat. II, Lumen gentium, 48). Infatti, la risurrezione dei morti è intimamente associata alla Parusia di Cristo (venuta del Cristo negli ultimi tempi, n.d.r.):

Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell'Arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo (1 Ts 4, 16).

L'interpretazione dell'Esoterismo 

Come avremo modo di vedere l'interpretazione data dall'esoterismo è ben diversa da quella data dalla Chiesa Cattolica e, ciò che più conta, utilizza come convalida anche alcuni brani della Bibbia.

Seguono le differenze fondamentali tra le due interpretazioni:

Chiesa: considera la risurrezione un fenomeno a cui parteciperanno i corpi fisici di coloro che sono defunti e che ora stanno nella tomba. Si leggano al proposito i brani seguenti:

"Tutti risorgeranno coi corpi di cui ora sono rivestiti" (Concilio Lateranense).

"Vidi poi un grande trono bianco e Colui che sedeva su di esso. Dalla sua presenza erano scomparsi la terra e il cielo senza lasciar traccia di sé. Poi vidi i morti, grandi e piccoli, ritti davanti al trono. Furono aperti dei libri. Fu aperto anche un altro libro, quello della vita. I morti vennero giudicati in base a ciò che era scritto in quei libri, ciascuno secondo le sue opere. Il mare restituì i morti che esso custodiva e la morte e gli inferi resero i morti da loro custoditi e ciascuno venne giudicato secondo le sue opere. Poi la morte e gli inferi furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la seconda morte, lo stagno di fuoco. E chi non era scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco" (Apo 20, 11-15).

Esoterismo: vede la risurrezione come il momento in cui una persona, dopo molte vite di giusto operato, è riuscita a far sviluppare il seme del suo "corpo spirituale" o "corpo causale" (che tutti abbiamo allo stato germinale) e può vivere nei regni invisibili senza aver bisogno di un corpo fisico.

San Paolo, se letto con una visione esoterica delle cose, è molto esplicito nel sottolineare che la risurrezione non avviene con il corpo fisico, afferma infatti che "la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio" (I Cor 15,50).

Egli ben sapeva dell'esistenza del corpo spirituale che tutti noi abbiamo e dovremmo coltivare con cura come si coltivano i semi, lo sottolinea dicendo:  "se c'è un corpo animale, c'è anche un corpo spirituale" (1 Cor 15, 44). E' notevole come nelle edizioni vecchie della Bibbia il corpo spirituale veniva chiamato "soma psuchicon" o corpo-anima.

Nei versetti precedenti, egli ci spiega il cammino che l'uomo "seminato sulla terra" dovrebbe seguire per poter vivere nei mondi spirituali, ecco le sue parole: "si semina corruttibile e risorge incorruttibile; 43 si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza; 44 si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale" (1 Cor 15, 43-44).

Nella prima lettera ai Tessalonicesi egli spiega anche come al ritorno del Cristo coloro che avranno sviluppato il corpo spirituale  risorgeranno per andare con Lui tra le nuvole e lì restare per sempre. "E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro tra le nuvole, per andare incontro al Signore nell'aria, e così saremo sempre con il Signore. Confortatevi dunque a vicenda con queste parole" (1 Tess 4, 17-18).

L'interpretazione di Max Heindel (3) 

Max Heindel, fondatore di una scuola che fa capo ai Rosacroce, riprende le parole di S. Paolo e precisa che effettivamente gli uomini della nuova era abiteranno nell'aria. Ma siccome sappiamo che i nostri corpi fisici gravitano verso il centro della terra, deve necessariamente avvenire una trasformazione che ci permetta di equipaggiarci con un corpo spirituale costruito di etere e, di conseguenza, più leggero dell'aria e capace di levitazione.

Questo corpo è il "dorato manto nuziale", la pietra filosofale o pietra viva, che alcune antiche filosofie chiamano "anima diamantina" perché è luminoso, splendente e scintillante come un gioiello inestimabile. Gli alchimisti medioevali lo designarono col nome di "corpo astrale" per la facoltà che conferisce a colui che lo possiede di attraversare le regioni stellari. Però non lo dobbiamo confondere con il corpo astrale che abbiamo studiato in precedenza, con cui sperimentiamo passioni, desideri, emozioni e sentimenti.

Il corpo spirituale è un veicolo che, col tempo, tutta l'umanità svilupperà, ma durante il transito dall'Era Ariana alle condizioni eteriche della Nuova Galilea, vi saranno dei precursori che precederanno i propri fratelli, come fecero i primitivi Semiti nel cambiamento dall'Epoca Atlantidea a quella Ariana...  Infatti vi è già chi, in virtù di una vita santa e pura, è capace di staccarsi temporaneamente dal proprio corpo di carne per volare nell'aria e occuparsi delle cose del Signore rivestito dell'abito nuziale etereo della Nuova Era. Questa trasformazione può essere ottenuta tramite una vita di preghiera e di servizio.

L'importanza dell'abito nuziale 

Nel seguente brano del Vangelo, viene illustrato il ritorno del Cristo (il Re), e come coloro che non avranno ancora sviluppato il corpo spirituale o, manto nuziale, non potranno partecipare alla vita celeste.

"Poi il Re disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali.

Il Re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il Re ordinò ai servi: 'Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi gli eletti" (Mt 22, 8-12).

Riferimenti bibliografici 

1) Liberamente tratto dalla Cosmogonia dei Rosacroce, di Max Heindel,
Edizioni del Cigno, Peschiera del Garda (VR).

2) Catechismo della Chiesa Cattolica,
Libreria Editrice Vaticana.

3) Max Heindel, Massoneria e cattolicesimo, pag, 82,
Edizioni del Cigno, Peschiera del Garda (VR).

Letture per approfondire

Max Heindel, La Cosmogonia dei Rosacroce,
Edizioni del Cigno, Peschiera del Garda (VR).

Charles Rafael Payeur, La luce oltre la soglia, come addomesticare la morte,
Brewsci Editore, Edizioni L'Età dell'Acquario, Grignasco (NO).

Omraam Mikhael Aivanhov, La morte e la vita nell'aldilà,
Edizioni Prosveta..


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